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1494. L'ombra dell'inquisitore

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Titolo: <strong>1494. L'ombra dell'inquisitore</strong></br></br>
Autore: <strong>Roberto Ciai,Marco Lazzeri</strong></br></br>
Editore: <strong>Leone</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2010</strong></br></br>
EAN: <strong>9788863930245</strong></br></br>

<p>«Avevo sessantadue anni quando sua santità mi nominò inquisitore. È un'età nella quale chi ha la sorte di raggiungerla tira le somme della propria vita. Si chiede cosa abbia fatto del tempo che ha avuto, se l'abbia usato da buon cristiano o l'abbia sciupato. A me invece venne affidato un compito che non ammetteva tentennamenti. Il papa mi chiese di agire. E da allora sono diventato un giudice di anime». 1494. Tomás de Torquemada è alla ricerca di un dirompente documento tramandato nei secoli e in grado di scardinare le fondamenta della Chiesa. Non sa bene di che cosa si tratti, dispone solo di qualche informazione cavata dalla bocca di un rabbino sottoposto alle peggiori sevizie. È comunque sufficiente a capire chi custodisce il segreto e dove: Giacomo Scolario, uno degli anziani al governo della Repubblica di Lucca. Ma Cruz, lo spietato frate-sicario incaricato di torturare Scolario per farlo confessare, arriva troppo tardi: una mano misteriosa ha già assassinato il notabile toscano. Chi è l'assassino? Sa del documento? È riuscito Scolario a confidare il suo segreto a qualcuno prima di morire? Queste domande porteranno Torquemada, Cruz e il funzionario lucchese Ermete De Mazzei a intraprendere un irto percorso d'indagine, tra la Toscana e la Roma dei Borgia. Un cammino che verrà consparso di sangue, crudeltà e spiazzanti scoperte.</p>
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Le frasi iniziali della letteratura di ogni tempo e paese.
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Merita ampiamente il voto massimo per l’ambientzione storica e per la dovizia e ricchezza di particolari (che auspico tutti esatti). In verità convince molto meno la parte romanzata, con l’improbabile traccia su manoscritti e fantastici ritrovamenti di documenti pseudo storici. Vogliamo perdonarla come licenza letteraria.

Ben scritto, documentato ed avvincente intrigo che si sviluppa in città ed ambienti descritti davvero bene. Forse una tre le mie migliori letture recenti di romanzi «storici»…Aspetto i prossimi lavori degli autori.

L’inizio è un vero pugno nello stomaco, la descrizione del dolore provato alla perdita della moglie, atroce, da brividi: nullla di truculento, ma una sorta di poesia sofferente che lacera l’anima senza sfiorare la carne. Che siano esordienti questi due autori pare incredibile, perché il romanzo è scritto in maniera sublime. Vedremo se sapranno ripetersi.

Purtroppo non riesco mai ad apprezzare le trame gialle, a causa del mio deprecabile vizio di andare a vedere in anticipo come va a finire,quindi parlo dello stile: Originale, mai scontato,iper realista. Una vera immersione nel passato, un viaggio con la macchina del tempo! Sono stata a Roma poche volte, ma in questo romanzo ho riconosciuto subito quella luce così particolare del cielo romano,e gli odori, i colori… veramente evocativo, si percepisce fisicamente! Ottimi anche i personaggi, più che descritti, scolpiti nella materia. Mi hanno fatto pensare al modo di dipingere di Michelangelo. Lo consiglio a tutti i lettori che non si accontentano!

Un libro strutturalmente ottimo. Senza sbavature. Gustosa la scelta dell’oggetto da scovare, posto a fondamenta della fede. Brillantissima l’idea di immaginare un ordine supremo di concordia tra le religioni infranto dall’ottusità bigotta dell’uomo. Mi impedisce l’apposizione del voto massimo solo la superflua descrizione di due episodi di crudeltà nei confronti di altrettanti bimbi. Non era necessaria, pur essendo storicamente logico immaginarne la veridicità.