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Grande libro, importante per capire il fascismo di Salò «da dentro». Capire, non giustificare, intendiamoci. Mazzantini è il primo a valutare fallimentare la propria esperienza, fallimentare e sbagliata. Ma forse la sola per chi, come lui, era cresciuto a «pane e moschetto». Forse, però, perché altri, in condizioni analoghe, scelsero la parte giusta, giusta non solo perché vinse, ma perché era giusta intrinsecamente. Comunque, da usare a scuola (io lo farò di certo).
Ritenuto da taluni il titolo più rappresentativo della memorialistica saloina, mi sembra però gravato da eccessive ambizioni letterarie «La fine di una stagione» di Roberto Vivarelli (non a caso, uno storico di professione) tratta dello stesso tema in modo più sintetico e asciutto. Il libro di Mazzantini è comunque una lettura avvincente e alcune pagine colpiscono a fondo.
Un libro da leggere per respirare l’atmosfera, senza retorica, di un periodo misconosciuto della nostra storia patria. Racconti di chi si trovava consapevolmente dall’altra parte della barricata…storie talvolta a sprazzi, di lampi della memoria che rendono al massimo il clima dell’epoca. Da leggere e meditare…
Tra i libri che ho letto è secondo solo al Dottor Zivago. Come disse Montanelli la guerra civile portò a galla il meglio ed il peggio del fascismo. Lui era il meglio. Indimenticabili tra le altre le pagine sulla sua vita a Roma. Da comprare, leggere e regalare.