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Dello stile di Margherita scrittrice mi affascina la capacità di indagare l’animo umano nelle sue sfaccettature e problematiche. A mio parere il protagonista di «a rischio di vita» non è soltanto Piero ma anche gli altri personaggi hanno grande rilevanza. In particolare la figura di Anna che a prima vista può sembrare superficiale non lo è affatto anzi ha una sua complessità.
Una storia semplice e, a pensarci bene, anche banale. La classica storia di un ragazzo che si ritrova di fronte a sé stesso che cresce e, nel contempo, a problemi familiari più grandi di lui ed ai quali lui attribuisce volentieri la colpa di tutti i suoi mali. Questa semplice storia è resa non banale ed, anzi, avvincente e divertente, dalla mano dell’autrice, che riesce a disegnare tutti i personaggi con abilità ed a farci vivere come in prima persona tutto ciò che via via vive e sente e prova il protagonista nel quale subito ci si identifica. Mi ha colpito particolarmente come l’autrice abbia saputo rendere con efficacia il travaglio interiore del distacco dalla madre, presente per tutto lo scorrere della storia, vissuto dal ragazzo nel suo doppio e dilaniante aspetto: il distacco è naturale perché ormai il ragazzo è ‘grande’, ma è anche forzato perché la madre è ora non più del padre (conflitto che sarebbe già superato) bensì di un altro, uno che dovrebbe avere tutt’altro ruolo.
Un libro adattissimo ad adolescenti, genitori e in particolare a tutte quelle famiglie in cui c’è stata una separazione o un divorzio. La trama è semplice, ma le emozioni dei protagonisti sono complesse e di una profondità disarmante e commovente. Piero, il protagosnista, durante le feste di Natale, tornato dalla madre e dallo zio-padre, riesce a ritrovare se stesso e ad accettare la lontananza del suo «papà-fantasma». La scrittura risulta scorrevole e molto introspettiva. I ragazzi che leggeranno questo libro troveranno quel barlume di speranza che ora manca tanto nel nostro paese e nelle nostre famiglie.
attualissimo romanzo di ispirazione shakesperiana traslato ai nostri giorni in una famiglia «allargata