|
Un grave fatto di cronaca raccontato con dovizia di particolari il testo è scritto molto bene pieno zeppo di riferimenti e quant’altro: l’ho trovato un po’ stancante però, proprio per questo motivo.
Folgorante! Scritto magistralmente, riesce a creare la suspense nel lettore anche se questo è a conoscenza della storia e del finale. Gli anni di studio prima della stesura e quelli impiegati per scriverlo ne hanno fatto un capolavoro, un insieme di «scene» chiuse che pagina dopo pagina compongono il puzzle del fallimento del sogno americano… chissà come gongolerebbe Capote se sapesse che a distanza di tutti questi anni così tanti lettori divorano questa non-fiction con la stessa curiosità di allora…
Resta un grande freddo dentro. Quattro manichini è quel che resta della famiglia Clutter. Altrettanti manichini i condannati a morte. e Dewey lo sente, non ha tratto nessuna vita, nessun senso da questi fatti. Anche lui si è trovato con manichini in mano ai quali è impossibile ormai dare un senso. Forse per questo anche, la pena di morte non ha significato. Se l’autore ci porta a provare questo senso di estraneità sgomenta possiamo dire che ha scritto un gran bel libro pieno di significato.
Straordinaria narrazione, che unisce romanzo e resoconto giornalistico. di un terribile fatto di cronaca nera avvenuto nelle campagne del Kansas nel 1959. Volendo raccontare la vicenda in modo totalmente oggettivo (e riuscendoci), Truman Capote, attraverso uno stile narrativo magistralmente perfetto, utilizzando testimonianze dirette, deposizioni giurate,interviste, intercettazioni, diari, lettere, artcioli giornalistici e perizie psichiatriche, fa rivivere i personaggi principali e secondari della storia senza esprimere giudizi. Un perfetto affresco della società americana degli anni Cinquanta. Personaggi, ambientazioni e dialoghi sono talmente accurati e reali da dare al lettore l’impressione di essere presenti alle varie scene descritte. Leggendo ci si forma un’idea della personalità dei vari personaggi, senza che l’autore condanni o assolva nessuno e senza che nulla, neppure l’efferato delitto commesso dai due assassini, sia connotato in modo totalmente negativo o totalmente positivo. La vicenda si snoda in modo non lineare, tanto che la verità dei fatti emerge a pcoo a poco attraverso la pluralità di voci che si alternano nella narrazione, mostrando le tante sfaccettature dei vari protagonisti. Sempre attuale l’analisi del ruolo dei media nelle indagini e nella formazione dell’opinione pubblica, così come la reazione degli abitanti del paesino in cui si compie il crimine e della gente in generale di fronte al fatto accaduto. Una scrittura chiara, estremamente scorrevole, oggettiva ma profondamente toccante. Capote, con questo libro, pubblicato fra molte polemiche nel 1966, ha raggiunto il punto più alto della propria produzione letteraria e il punto più drammatico della propria tormentata esistenza, facendo inizare un nuovo genere letterario. Indiscutibilmente un capolavoro della letteratura mondiale. Da leggere assolutamente.