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Ajenk. Con CD Audio

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Titolo: <strong>Ajenk. Con CD Audio</strong></br></br>
Autore: <strong>Jonida Prifti</strong></br></br>
Editore: <strong>Transeuropa</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2011</strong></br></br>
EAN: <strong>9788875801489</strong></br></br>

<p>Ajenk" è( una ricerca sull'ambiguità della parola rimescolata nel bilinguismo dell'autrice, ma anche dall'insistente ritmicità sonora che rende la dinamica linguistica sfuggente, effimera. Come il battito delle ciglia. Il primo, capitolo raccoglie prose poetiche: il secondo è composto di poesie in lingua con traduzione a fronte a cura di Dafma Prifti. L'ultimo capitolo raccoglie poesie sparse. Le illustrazioni di Massimiliano Amati (in arte Re delle Aringhe) introducono e interrompono il fluire dei testi. La prefazione è a cura di Maria Grazia Calandrane.</p>
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Parole intrise di una sostanza antica, quasi ancestrale, ritmate dall’insistente, irriverente battito di una musica che vi si unisce quasi per necessità. Parole che attingono a due lingue diverse, albanese e italiano, due facce della comunicazione verbale, emotiva e poetica, ma prima di tutto umana. A riunire tutto questo in un unico progetto è Ajenk (edito da Transeuropa nella collana «Inaudita»), un minuto volume accompagnato da un CD performativo che ha visto la luce nel luglio di quest’anno. L’autrice è Jonida Prifti, classe ‘82, albanese di nascita ma italiana di adozione: nel nostro Paese ha infatti studiato letteratura alla «Sapienza» di Roma e mossi i primi passi importanti nel mondo della poesia. Ajenk esprime uno straordinario e potente impulso poetico, che cerca di agganciarsi all’origine partendo dal concetto di disorientamento-dispersione e finendo per rievocare una dimensione perduta e primordiale un’operazione dall’apparente incoerenza, eppure, come segnala Maria Grazia Calandrone nella prefazione al testo, proprio «in questa contraddizione sta la forza del lavoro di Jonida Prifti: nella nostalgia di un mondo dove le cose furono unite, in questa nostalgia che ci è comune e che, semplicemente, motiva tutta la poesia».