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Un bel poliziesco, nel quale il confine tra vittima e carnefice si fa davvero labile. Crudo ed efferato, ma avvincente.
L’avevo letto nell’ottobre del 2014, dopo aver scoperto Pierre Lemaitre grazie a «Ci rivediamo lassù
Ho letto questo romanzo con una voracità che non ricordavo, rubando il tempo e le occasioni di lettura. È stata una vera e propria dipendenza. Una piacevolissima intossicazione. Il merito, o dovrei dire la causa, è uno stile rapido e deciso, comunque riconoscibilissimo sin dalle prime pagine. Quasi cinematografico con repentini cambi di scena. Formidabile, a metà romanzo, il ribaltamento di prospettiva tra vittima e carnefice, inatteso e spiazzante. Di li in poi comincia un nuovo romanzo, non meno avvincente del precedente. Il personaggio del Comandante di Polizia, Camille, è davvero riuscitissimo e calibrato in ogni sfumatura così come gli altri personaggi che non figurano solo da sfondo. La trama non perde un colpo. Prosa di genere, equilibrata, mai banale ed in piena sintonia con il racconto. L’autore usa con grande intelligenza tutti gli ingredienti del noir europeo miscelandoli con quelli del migliore thriller americano, il risultato è una lettura della quale è davvero difficile staccarsi. Romanzo convincente e lettura godibilissima.
libro bello e avvincente, non ha affatto deluso le mie aspettative dopo aver letto «Irene». aspetto con ansia l’ultimo della trilogia: «Camille».