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scritto bene, si prova una grande simpatia per i personaggi ma..non mi dice niente di nuovo,forse pechè mentre leggevo respiravo l’atmosfera di «clerks»(il film)…non mi ha fatto sognare, non mi ha fatto ridere, non mi ha fatto piangere, mi ha divertito si, ma senza trascinarmi. non so, non mi sembra un capolavoro, godibile, leggibile, ma non un grande romanzo
Hornby coglie con precisione stati d’animo , pensieri e disillusioni di una generazione e di un’età (intorno ai trent’anni) che determina necessariamente maggiori responsabilità nelle scelte e nella valutazione di chi si è di cosa si vuol fare. Rob, il protagonista , lasciato dalla ragazza(Laura) si trova a fare i conti con se stesso, tormentato da pensieri sulla sua vita, sul dover affrontare questa perdita e tutto ciò che ne è contestualmente connesso. Così la gelosia, le nuove conoscenze, la sua Londra lo portano inevitabilmente ad affrontare pensieri che coinvolgono anche il lettore. Rob rivede il passato per capire il presente e tra le tante riflessioni si iniziano a vedere crepe nelle sue solide vecchie certezze. Le vicende si susseguono …..Hornby coglie nel segno…..l’ansia del protagonista si somma così a quella del lettore.Il finale? Sorprendente. Laura non ha la forza di affrontare tutto ciò che comporta la separazione da Rob e ripartire senza di lui(…è troppo faticoso) Rob che le chiede di sposarla per avere finalmente, col matrimonio, la libertà di non dover fuggire ………motivi dagli evidenti aspetti patologici , assolutamente non “sani” ma necessari espedienti per rincontrarsi e costruire una relazione non sulle stesse basi della precedente. I meccanismi sono diversi e da un’atmosfera che fa presagire al peggio, rendendo il lettore evidentemente sfiduciato, si rimane sorpresi nel vedere come in un attimo, quando meno te l’aspetti tutto può cambiare. Rob, i suoi amici e colleghi di lavoro, Laura sono figure fortemente caratterizzate e che non danno l’idea di poter essere scalfite da nessuna contaminazone o possibilità di cambiamento. Il lettore chiude il libro dopo che nelle ultime pagine, vorticosamente e con un espressione di incredulo entusiasmo osserva che tutti si riscoprono diversi da quello che sono stati fino ad allora e vivono il cambiamento come evento naturale …….. come tutti i reali cambiamenti, ce ne si accorge quando sono già avvenuti. Leggete questo libro e……..fatelo vostro.
Ho portato con me’ questo libro nel mio recente viaggio «on the road» in Florida, e insieme all’immancabile Ipod l’ho letteralmente divorato nel giro di 6 giorni.. Qual’e’ la colonna sonora della nostra vita? cosa significano le canzoni? stati d’animo, parole non dette, ricordi, paure… Tutto sacrosantamente VERO.. Uno di quei libri in cui vivi i personaggi come amici e sai gia’ come agiranno, perche’ e’ come se li conoscessi da sempre. Finita l’ultima riga avrei voluto ricominciare da capo…e continuo a farlo adesso il finale e’ un po’ scarno, ma non privo di significato.. A questo punto mi chiedo(dopo aver letto anche «un ragazzo»): Ma l’impersonificarsi al 99% in ogni libro di Hornby e’ un chiaro sintomo della sindrome di Peter Pan?? Ma Marie?? poteva durare un po’ di piu’??
ho appena chiuso il libro.. quindi devo ancora ruminare e masticare i significati e i significanti che lo contraddistinguono… In generale mi è piaciuto ma vorrei dare le mie sensazioni a caldo… trama molto appetibile ma il finale mi ha lasciata un po’ perplessa. Rob alla fine cambia per Laura ma tutto quello in cui crede dove va a finire? mi sembra un finale accomodante…anche se segno di una crescita e di una maturazione.. ci devo pensare… qualcuno di voi ha mai letto per curiosità o per qualche altro motivo uno dei due libri di Fabio Volo? non trovate che abbia preso parecchi spunti da questo libro?