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Decisamente interessante. Questo libro fa a pugni con la mentalità perbenista di molte persone legate a valori tradizionali resi tali da pregiudizi assurdi. Così viene spiegato impeccabilmente come la marijuana crea più problemi e costi per il cittadino per il semplice fatto che incredibilmente non è legale (quando è oggettivamente molto meno pericolosa dell’alcol). Viene ripercorsa la storia della lotta alla droga negli USA dai tempi del proibizionista Aslinger fino alla guerra di Reagan e ai giorni nostri di Bush. Sentenze incredibili di condanna all’ergastolo per gente che non ha mai compiuto reati violenti, colpevoli del solo fatto di aver avuto parte anche marginale in traffici di marijuana, o addirittura colpevolizzati per averla consumata a scopo esclusivamente terapeutico. Poi affronta il tema del lavoro nero in California e degli sterminati campi di fragole che impegnano manodopera quasi esclusivamente clandestina senza alcun diritto, stranieri provenienti dal Messico. La presenza di questi moderni schiavi ha portato a livelli esorbitanti l’importanza di una coltivazione come quella appunto delle fragole estremamente intensiva e molto dipendente dal lavoro umano specialmente per il raccolto (oggi un quarto delle fragole in commercio nel mondo vengono dalla california), e ha abbattuto i sindacati di categoria presenti fino agli anni ‘70, oggi pressochè ininfluenti, con pochissimi lavoratori del settore «regolari» e ancor meno iscritti. Poi affronta il tema della pornografia, l’incredibile ascesa di Reuben Sturman, praticamente colui che ha fatto nascere il genere e ha costruito un impero economico. Una carriera in perenne lotta contro la giustizia, tra cause intentatagli contro per diffusione di materiale osceno ed evasioni fiscali da capogiro (basti dire che nel ‘78 dichiarò poco più di 1200 euro, negando l’esistenza di conti esteri, quando aveva attività in ogni parte del mondo). Proprio quest’ultima questione sarà la causa della sua caduta all’inizio degli anni ‘90.