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Amori imprevisti di un rispettabile biografo

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Titolo: <strong>Amori imprevisti di un rispettabile biografo</strong></br></br>
Autore: <strong>Penelope Lively</strong></br></br>
Editore: <strong>TEA</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2013</strong></br></br>
EAN: <strong>9788850231409</strong></br></br>

<p>Raggiunta la boa della mezz'età, Mark Lamming si sente una persona realizzata: infatti, il suo sogno di bambino di diventare un uomo di lettere si è avverato e adesso è un rispettabile biografo. Insieme alla moglie Diana, donna pragmatica e di classe, impiegata in una rinomata galleria d'arte londinese, si gode i piaceri e la tranquilla routine di un'intimità condivisa da vent'anni. Mark sta scrivendo un libro su Gilbert Strong, saggista conservatore d'inizio secolo per cui nutre una sconfinata ammirazione. Convinto di sapere praticamente tutto di lui, di fronte a due grandi bauli pieni di fogli ingialliti rinvenuti a Dean Close - la casa dello scrittore nel Dorset - è costretto a ricredersi. I diari rivelano un altro Gilbert Strong, cinico e donnaiolo, disposto a tutto pur di avere successo. Dopo la prima notte trascorsa a Dean Close, lo stesso Mark è scombussolato dalla "sensazione di essere una persona diversa da quella che si era alzata dal letto quel mattino" e confessa di sentirsi inspiegabilmente attratto da Carrie, la nipote di Strong, che ha trasformato la residenza di campagna del nonno in un vivaio. Eppure lei, che vive con la testa fra le nuvole in mezzo a conifere e violette e in trent'anni non è mai arrivata in fondo a un libro, è tutt'altro che il suo tipo... In un inedito spaccato dell'Inghilterra degli anni Ottanta, Penelope Lively ci ricorda che nella vita non è mai troppo tardi per scardinare le proprie certezze e rimettersi in gioco.</p>
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Torgny Lindgren (1938) I Brokiga Blads vatten (Il pappagallo di Mahler) Nel castello di Plankenberg, poco fuori Vienna, viveva il pittore Jakob Emil Schindler.<br/>Le frasi iniziali della letteratura di ogni tempo e paese.
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In questo romanzo, spiccano alcune sacrosante considerazioni esaltanti, per le quali vale la pena di intraprendere la lettura, in quanto sintetizzano con humor i contenuti di un intero saggio di psicologia comportamentale. Purtroppo però, illuminanti analisi dell’agire umano, si alternano a opache descrizioni monocorde. I personaggi sono ben delineati, anche se a volte la loro caratterizzazione appare ridondante, rendendoli prevedibili. A parte un inammissibile refuso, a cui si aggiungono alcuni punti deboli nella traduzione (sconsolanti negligenze della casa editrice, non certo imputabili a Penelope Lively, che ha uno stile impeccabile), si tratta di un romanzo piuttosto scialbo, forse manca di quel dinamismo in grado di collegare tra loro i vari episodi in maniera meno piatta. Della stessa autrice avevo letto «Un posto perfetto

Ho comprato questo libro attratta più dal nome dell’autrice (che è il nome di mia figlia) che dal titolo del romanzo. Tuttavia, ho letto questo libro non senza aspettative. Inizialmente l’ho trovato piuttosto lento e a tratti noioso. L’autrice delinea i suoi personaggi poco a poco, lasciando assaporare al lettore i tratti essenziali di ognuno di loro. I personaggi principali sono portati un po’ all’estremo nelle loro caratteristiche peculiari e credo che siano stati trattati con superficialità. Carrie è una ragazza con la testa tra le nuvole -o meglio, tra i fiori- che dice sempre la verità (cosa piuttosto improbabile nel mondo reale), Mark è il classico uomo ligio al dovere che vive improvvisamente una crisi di mezza età, Diana è la moglie perfetta, perfetta donna in carriera che ama gestire le situazioni difficili, anche quelle della sua vita. Il rapporto che si crea tra Carrie e Mark, in alcuni parti, a tratti e molto vagamente mi ha fatto ripensare a Lolita di Nabokov -sebbene Carrie non sia una ragazzina si comporta come tale. Tuttavia il libro prende vita nella seconda parte (quasi verso la fine). D’improvviso è come se i personaggi si animassero e da statici diventano dinamici. Ognuno prende maggiore consapevolezza della propria vita, che assume direzioni inaspettate. In tutta questa vicenda aleggia sempre lo spirito di Strong, ossia l’uomo di cui Mark sta scrivendo la biografia. Infine, non sono affatto d’accordo con la traduzione del titolo, essendo molto più pertinente l’originale: «According to Mark». Il biografo infatti si trova a confrontare diverse versioni di uno stesso uomo e alla fine, almeno nel casi di Strong, l’unica opinione valida sarà la sua. Credo che per dire se questo libro mi sia piaciuto devo leggerne un altro della stessa autrice.

Adoro questa scrittrice della quale avevo letto «Un posto imperfetto». Il libro è scorrevole, piacevole, ti tiene incollata tanto da averlo terminato i due giorni…..Solo il titolo è troppo arzigogolato rispetto alla storia……………….