|
Compratelo, compratelo, compratelo! (..e poi leggetelo, leggeetelo, leggetelo)
Cronistoria per giorni, ore e minuti delle tre settimane che precedettero lo sgancio della prima bomba atomica, “Appuntamento a Hiroshima” di Stephen Walzer è un’opera davvero esemplare. Il libro, che si avvale di una rigorosa documentazione e si presenta in forma di appassionante romanzo, permette di approfondire taluni aspetti difficilmente toccati dalla storiografia ufficiale: sono dunque trattati i segreti della missione, la commissione per la scelta del bersaglio (del tutto casuale), il gioco sotterraneo della diplomazia nipponica e quello pseudomediatore della Russia, la crociata contro l’uso dell’arma intrapresa dal fisico Szilard, tutti i particolari dello sgancio e dell’impatto attraverso il ricordo degli uomini dell’“Enola Gay” e il vaglio dei giornali di bordo, la comprensibile riluttanza del fotografo Matsushige ad immortalare i sopravvissuti, la commossa vicenda di una coppia di innamorati, e ancora le spettrali visioni del dottore Hida prestatosi all’immediato soccorso, fino ai particolari dello sfarzoso (e con tanto di programma) festeggiamento americano per l’esito dell’impresa. Anima il libro una folla di personaggi che spaziano dal presidente degli Stati Uniti Truman al colonnello Tibbets, dal fisico Oppenheimer ai componenti della missione, dal generale Groves all’ex ministro degli Esteri giapponese Togo il tutto, scrupolosamente frutto di lunghe ricerche e di attento scandaglio delle fonti, cui si aggiungono le testimonianze di quanti l’autore ha sentito il dovere di intervistare perché la loro voce non andasse immeritatamente perduta. Insomma, un repertorio documentale di straordinario interesse su uno degli eventi che maggiormente hanno cambiato la storia dell’umanità e la percezione stessa del Male, quando un uso spregiudicato della scienza è al servizio di più aberranti ragioni di Stato un saggio di storiografia contemporanea ed insieme un romanzo di grande afflato. Un invito a riflettere sul destino del mondo. (Daniele Santoro)