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Autostop per Baghdad. In memoria di Marla Ruzicka, pacifista

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Titolo: <strong>Autostop per Baghdad. In memoria di Marla Ruzicka, pacifista</strong></br></br>
Autore: <strong>Jennifer Abrahamson</strong></br></br>
Editore: <strong>TEA</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2008</strong></br></br>
EAN: <strong>9788850212767</strong></br></br>

<p>Il 16 aprile 2005, sulla strada per l'aeroporto di Baghdad, un'autobomba esplode contro una macchina di passaggio uccidendo quattro persone. Una delle vittime è Marla Ruzicka, giovane operatrice umanitaria americana e anima dell'organizzazione CMC (Campaign for Innocent Vìctims of Conflict). Di origine californiana, Marla, che aveva soltanto ventotto anni, era famosa nell'ambiente delle cooperazioni internazionali per la tenacia con la quale seguiva i proprio obiettivi. Dopo essere stata capace di strappare al Senato americano due milioni e mezzo di dollari per le vittime civili in Afghanistan, si era impegnata per gli iracheni, contribuendo con le sue pressioni alla decisione USA di stanziare quasi trenta milioni di dollari. Un anno dopo la sua morte l'amica giornalista Jennifer Abrahamson ha completato il progetto cominciato insieme: raccontare la storia di Marla e il suo impegno per ricordare le vittime dimenticate della guerra.</p>
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Pur non essendo propriamente un capolavoro della letteratura per quanto riguarda lo stile e la proprietà di linguaggio ( spesso banali e frammentati) questo libro è comunque importante. Ha avuto lo scopo di far conoscere la vita, purtroppo breve, di questa ragazza e attivista coraggiosa fino all’incoscienza. Una volontà di ferro ed un cuore d’oro hanno portato Marla Ruzicka a rischiare per anni la sua vita nelle zone più desolate del mondo di quegli anni, che in fondo sono anche quelle di oggi, ossia Iraq e Afghanistan. Una ragazza sempre vitale, che pur soffrendo di disturbo bipolare e quindi soggetta a frequenti sbalzi di umore, riusciva quasi sempre ad ottenere molto ma senza mai accontentarsi del risultato raggiunto. Tanti progetti e tante conquiste pacifiche sono state fatte grazie a Marla e ai suoi collaboratori. Un dovere ricordarla, e questo libro ci aiuta, perchè troppo spesso il caso o le circostanze del momento possono attirare le attenzioni ( sacrosante) su alcuni eroi ed eroine di questo mondo, ma al tempo stesso oscurare le imprese di tanti altri. Penso alla storia di Rachel Corrie, giustamente ricordata e al tempo stesso quello di Marla, quasi sconosciuta da queste parti