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Il problema mentre leggi e’ che hai sempre l’impressione che potresti impiegare meglio il tempo facendo contemporaneamente anche un’altra cosa. Un libro da metropolitana, meglio se inefficiente (tipo Roma)
Ingredienti: una città che si svela in tutte le sue sfaccettature storiche-artistiche-culturali-linguistiche, un «sistema» che condiziona famiglie, economia e politica, l’ironia usata per lottare contro l’amaro della vita, la speranza di cambiamento come dulcis in fundo. Consigliato: a chi preferisce vivere e ridere ad un mondo di morte e vendette, a chi sceglie la penna e la fantasia rispetto ad armi e violenza.
Sul piano narrativo Bentornati in casa Esposito mantiene la stessa struttura del precedente Benvenuti in casa Esposito. Stessa narrazione ad episodi, stessi personaggi, stessa napoletanità che senza dubbio è una delle carte vincenti di quest’opera. Qui dentro, Napoli è così forte, prorompente e viva che alla fine ve la sentite cucita addosso perché l’avete respirata, ascoltata. Coccolata. Vi sentirete napoletani anche voi e godrete appieno della tipica meditazione partenopea: «Diceva Pirandello che uno quando è contento di se stesso ama l’umanità. Questo è il problema: noi non siamo mai contenti, vogliamo sempre qualcosa in più di quello che già teniamo, e di conseguenza ci andiamo a scontrare con gli altri. Tutti eternamente insoddisfatti.» Consiglio vivamente questo libro, bello e ricco di umorismo intelligente e costruttivo.
Anche a me è piaciuto tanto questo libro….molto di più di «Benvenuti in casa Esposito». Qui si entra più affondo nella psicologia dei personaggi e si ricavano dagli stessi degli insegnamenti per un modello auspicabile di società civile!