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Questo libro è nato dalla riorganizzazione di una serie di lezioni che il prof. Bloom ha tenuto alla John Hopkins University tra il 2007 e il 2008. In esso si cerca di trovare una risposta alla ‘vexata questio’ se i principi morali siano innati nell’essere umano, o facciano parte della sovrastruttura culturale che ogni individuo si forma nei primi anni della sua vita. La tesi del prof. Bloom, dedotta da numerosi esperimenti la maggior parte dei quali condotti all’Infant Cognition Center di Yale assieme alla moglie, è che un primo nucleo di principi morali sia ravvisabile già nei primi mesi di vita del bambino. Il libro descrive, con dovizia di particolari ma in un linguaggio facilmente comprensibile ai non addetti ai lavori, gli esperimenti condotti dal suo e da altri team di ricerca su bambini di ogni età sono inoltre esposti (e citati) numerosi lavori scientifici, nei quali vengono analizzati, in un contesto adulto, particolari temi della psicologia morale (empatia, compassione, senso di equità, altruismo, volontà di punizione, morale sessuale, familismo, religiosità, divieti, solo per citarne alcuni), cercando per ciascuno di essi di delinearne i tratti innati nell’uomo, e quelli acquisiti mediante le interazioni sociali. Personalmente, ho trovato davvero interessanti lo studio delle pulsioni a carattere economico-sociale (altruismo, senso di uguaglianza, appartenenza, volontà di punizione) che spiegano, se considerati nella dinamica delle reti sociali, l’emersione naturale di tratti comportamentali comuni - spesso negativi o quanto meno irrazionali - in ambito sociale. Condivisibile anche il capitolo finale, nel quale Bloom cerca di restituire centralità alla funzione della razionalità nella determinazione del giudizio morale, parendo quest’ultimo - nei capitoli precedenti - molto più influenzato dalle dinamiche psichiche inconsce formatesi nel corso dell’evoluzione umana.