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E’il secondo romanzo, della lunga serie, che leggo di quest’autore lo stile narrativo è sempre indirizzato alla vita di mare, ai suoi velieri, e alle battaglie dei primi decenni dell’800 in Inghilterra e dintorni. Nonostante un’ottima seconda parte focalizzata alla navigazione contro gli elementi e probabili nemici da affrontare, non ho trovato il mordente adatto al genere specifico del romanzo la prima parte, infatti, l’ho trovata alquanto noiosa per le vicissitudini che esulano dall’ambiente marino e che sono indirizzate a dispute riguardanti proprietà e vendite di beni immobili. Insomma un buon romanzo che si legge volentieri solo dalla metà in poi.
come sempre, patrick non delude! è vero, l’azione è molta meno del solito, ma non si può dire che non succeda nulla, anzi!!!! e le ultime pagine, proprio quando tutto sembra finito, aprono la strada a molte nuove avventure!!! peccato che vadano lette in inglese, per ora, e non è affatto facile! per gli interessati, sappiate che c’è un colpo di scena veramente duro all’inizio di «the hundred days»…personalmente ci sono rimasto molto male! ci dovrebbe essere anche mooolta più azione! buona lettura…(ps: il titolo del prossimo romanzo è, appunto, the hundred days. «Admiral» è parte del titolo di «burrasca nella manica
l’ennesima dimostrazione che Patrick o’brian è l’erede diretto di Jane Austen
Un episodio meno brillante di altri, ma è sempre un piacere immergersi nella compagnia di cari e vecchi amici come Stephen, Jack, Blaine (più presente del solito), ecc. Non c’è molta azione coerentemente colla macrostoria: la flotta è dedita a un blocco navale, perciò c’è poco da fare. Interessante l’approfondimento del Jack politico, che dà concretezza al proprio conservatorismo prendendosi carico dei propri doveri di onesto signore locale che difende le tradizioni e le terre comuni. La nomina ad ammiraglio all’ultima pagina dimostra che questo volume serve a preparare il prossimo (che se non ricordo male si intitola proprio «Ammiraglio