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Saggio spassoso e scorrevole, per tutti i tipi di lettori. Lo stile è quello di Malvaldi che descrive algoritmi e statistica con la stessa ironia dei suoi romanzi. Assolutamente consigliato!
Scrivere un libro a quattro mani non è mai facile: il rischio è sempre quello di non riuscire ad amalgamare le varie parti. Ecco, questo è il punto più debole di questo libro. L’inizio del testo infatti racconta (bene) come si possa sfruttare la probabilità per capire come funzionano alcune cose (Monty Hall, ma anche il metodo Montecarlo per affrontare un problema troppo complicato), passando poi ai problemi legati alla troppa rapidità dei computer e al fatto che non siamo capaci di fare le cose in modo che non vada tutto a pallino a causa della loro intrinseca stupidità. Il guaio è che i singoli capitoli sono interessanti, ma al lettore - rectius: a me, non so come gli altri vedano le cose - rimane l’impressione che si sia perso da qualche parte il filo conduttore. Probabilmente insomma il modo migliore per leggerlo è dedicarsi a un capitolo per volta, come se il libro fosse una raccolta di saggi.
Ingredienti: la curiosità umanistica di due uomini di scienza, la voglia di approfondire cosa c’è dentro un computer e dentro un cervello, il tentativo di spiegare la natura con numeri e algoritmi, la ricerca di leggi universali per il corpo e per la mente. Consigliato: ai cercatori inquieti di domande (ancor più che di risposte), agli eterni inseguitori di virtute e canoscenza.