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Il libro ha il pregio di immergere il lettore nella vita quotidiana della DDR, anche in linea con la diffusa «Ostalgie» nella Germania contemporanea. E’ pur vero che c’è un atteggiamento di preconcetta diffidenza ed ostilità dell’autrice verso la DDR, la cui realtà qui non si vuole indagare a fondo. Ma oggi è facile parlar male della Germania Est… Magari un giorno i nostri posteri useranno le stesse argomentazioni per giudicare la follia di oggi, dominato dal capitalismo finanziario che strangola gli stati e suoi cittadini…
Il libro senz’altro manifesta una visione «occidentale» della Stasi, nel senso che parte con l’idea che la DDR fosse il regno del male e del controllo esasperato dei cittadini. Senza dubbio vero, ma un po’ di parte. Ciononostante, le testimonianze sono molto intense, e danno uno spaccato di come realmente le cose stessero in quel Paese prima della caduta del muro. A mio parere, un libro da leggere.
Un libro interessante e pieno di frammenti di vite quotidiane, uno spaccato sulla DDR che raramente ho trovato in altri libri. Certo, la tesi della Funder è chiara fin dalle prime pagine, alcuni passaggi non sono eccelsi ma trovo il libro valido. Quello che cercavo erano elementi di quotidianità e qui li ho trovati. Ho letto altri libri o saggi sulla DDR e quello che mi è sempre mancato sono le storie. Prevalgono quelle negative ed è in risalto l’aspetto paranoico della Stasi, ma su questo il titolo originale non mente («STASILAND»). E’ deprimente il fatto che non si possa affrontare l’argomento senza creare una disputa tra comunisti e anti-comunisti. Chi la pone in questi termini non ha capito molto degli intenti del libro.
Il libro é una discreta testimonianza di ció che accadeva all´interno della vecchia DDR da parte di chi quelle esperienze le ha vissute in prima persona. Tuttavia ho l´impressione che la funder non cerchi di capire che cosa fosse la DDR, piuttosto credo che lei abbia giá una sua idea preconcetta e cerchi solamente di trovare delle conferme alla sua tesi, abbandonandosi molto spesso a commenti del tutto personali (usa parole come orrore, ribrezzo anche quando chi racconta usa espressioni di malinconia nonostante la tragicitá del ricordo) ed ad accostamenti fuori luogo (che c´entra l´associazione giovanile socialista con la gioventú hitleriana??), senza contare che probabilmente dimentica che al di la del muro, a Berlino, negli anni 70 si moriva di eroina anche a 15 anni.