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Ho letto anche il primo di questa saga. Credo che non ci si a molto da dire. Dalle copertine di questi libri ci si aspetta molto ma poi, dopo la lettura, ciò che si carpisce è ben poco. Purtroppo non posso dare un giudizio positivo.Il primo volume mi ha preso di più,sicuramente, ma questo secondo capitolo mi ha deluso un pò. Non mi ha preso affatto! Probabilmente leggerò anche il terzo ( piu che altro per stoicismo) ma non mi aspetto un granchè. Posso dare al massimo due stelle. ciao
avevo letto il primo libro e mi era piaciuto cosi’ ho comprato il 2° ed il 3°ed anche questa volta non mi ha deluso, ora sto leggendo il 3° e speriamo che accada la stessa cosa (ho visto inoltre che e’ appena uscito il 4°, le avventure di Is continuano…)mi piacerebbe avere Is come amico, ha una solida cultura di base, ma e’imbranato per quanto riguarda il lato pratico della vita,ma quello che piu’mi piace di lui e’ che,malgrado le vicissitudini che gli accadono, non si perde mai d’animo e affronta ogni difficolta’ senza abbattersi troppo.Lo consiglio come una sana lettura d’evazione, non si puo’ leggere soltanto McCarthy o Frosen(ultimi libri letti)ogni tanto ci vuole qualcosa di leggero dato che la «vita vera» spesso e’ pesante…
da dove iniziare? dalle sventure del «mio amico» Is? per cominciare un grazie alla TEA per l’ottima copertina e per la mitica frase posta in quarta di copertina. poi,per cancellare ogni dubbio preciso che la faccenda di Mr.Dixon è una roba inutile per la struttura del racconto ma utile per colmare quelle 100 pag. ca. Avendo visto un milione di volte Il Grande Lebowski dei f.lli Coen mi è venuto in mente un parallelo e ripensandoci regge che è una bellezza! 4 giorni di delirio puro, equivoci peggio della prima serie con l’aggiunta di Is in veste di bibliotecario-investigatore…insomma la carne sul fuoco c’è. Is è un pozzo di scienze ma in un deserto nordirlandese poco incline ad ascoltarlo anche solo un attimo. I personaggi sono sempre gli stessi del primo capitolo ma qui George e Rosie sono troppo in sordina,quasi assenti e questo è un peccato. Poi la metafora di Gloria ovvero il passato di Is che appare sempre più lontano… I Coen aspettano sempre una telefonata da Sansom.
Pensavo che il «Caso dei libri scomparsi» fosse solo un lento avvio di una saga «alla Jeeves» di P.G.Wodehouse, ma mi sbagliavo: del fantastico scrittore anglo-americano rimane solo l’amore per gli equivoci, costruiti però in maniera dozzinale. Questo secondo episodio non fa altro che confermare la mediocrità dello scrittore: trama ovvia e humour inglese sbiadito (colpa forse anche della traduzione??). Il pezzo migliore (la descrizione di cosa voglia dire crescere) è riportato nella quarta di copertina: leggete quella!!