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Che cosa è successo a Mr. Dixon? Le storie del Bibliobus di Tundrum

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Titolo: <strong>Che cosa è successo a Mr. Dixon? Le storie del Bibliobus di Tundrum</strong></br></br>
Autore: <strong>Ian Sansom</strong></br></br>
Editore: <strong>TEA</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2009</strong></br></br>
EAN: <strong>9788850218288</strong></br></br>

<p>È la vigilia di Pasqua. È il grande giorno: il primo giorno della mostra itinerante sulla storia del più importante emporio della città, il leggendario Dixon & Pickering's, che compie ben cento anni. E Israel Armstrong, bibliotecario itinerante di Tundrum e curatore dell'esposizione, è di ottimo umore. Anche se piove - a Tundrum piove sempre -, lui non ha bevuto il suo caffè - ormai è un lontano ricordo - e la gente del luogo sembra fare di tutto per rendergli la vita impossibile. Insomma, ogni cosa va per il verso giusto. Almeno fino a quando si scopre che il proprietario dell'emporio è sparito. Dov'è finito Mr. Dixon? E cosa ne è stato delle centomila sterline che custodiva nella sua cassaforte? Inutile dire che il sospettato numero uno è proprio Israel, che nel giro di poche ore si ritrova ammanettato, accusato di rapimento e furto e per giunta senza lavoro - la biblioteca di Tundrum e Distretto non intende affatto infangare il suo buon nome annoverando tra le sue fila un pregiudicato. Riuscirà Israel a trovare la chiave di quella sparizione, salvare il posto e non trascorrere i prossimi anni in una cella dell'Irlanda del Nord? Perché la sua fidanzata non risponde mai alle sue telefonate? E si può sapere perché a Tundrum sembrano avercela tutti con lui? Ma, soprattutto, c'è qualcuno da quelle parti che conosce Franz Kafka?</p>
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Nel racconto precedente «Il caso dei libri scomparsi» avevo apprezzato i personaggi originali che Israel conosce al suo arrivo a Tundrum. In questa storia invece non mi e’piaciuta la trama e anche i personaggi mi sembrano esagerati. Forse sono io che non capisco lo humor inglese, ma questo libro mi ha deluso.

Ho letto anche il primo di questa saga. Credo che non ci si a molto da dire. Dalle copertine di questi libri ci si aspetta molto ma poi, dopo la lettura, ciò che si carpisce è ben poco. Purtroppo non posso dare un giudizio positivo.Il primo volume mi ha preso di più,sicuramente, ma questo secondo capitolo mi ha deluso un pò. Non mi ha preso affatto! Probabilmente leggerò anche il terzo ( piu che altro per stoicismo) ma non mi aspetto un granchè. Posso dare al massimo due stelle. ciao

avevo letto il primo libro e mi era piaciuto cosi’ ho comprato il 2° ed il 3°ed anche questa volta non mi ha deluso, ora sto leggendo il 3° e speriamo che accada la stessa cosa (ho visto inoltre che e’ appena uscito il 4°, le avventure di Is continuano…)mi piacerebbe avere Is come amico, ha una solida cultura di base, ma e’imbranato per quanto riguarda il lato pratico della vita,ma quello che piu’mi piace di lui e’ che,malgrado le vicissitudini che gli accadono, non si perde mai d’animo e affronta ogni difficolta’ senza abbattersi troppo.Lo consiglio come una sana lettura d’evazione, non si puo’ leggere soltanto McCarthy o Frosen(ultimi libri letti)ogni tanto ci vuole qualcosa di leggero dato che la «vita vera» spesso e’ pesante…

da dove iniziare? dalle sventure del «mio amico» Is? per cominciare un grazie alla TEA per l’ottima copertina e per la mitica frase posta in quarta di copertina. poi,per cancellare ogni dubbio preciso che la faccenda di Mr.Dixon è una roba inutile per la struttura del racconto ma utile per colmare quelle 100 pag. ca. Avendo visto un milione di volte Il Grande Lebowski dei f.lli Coen mi è venuto in mente un parallelo e ripensandoci regge che è una bellezza! 4 giorni di delirio puro, equivoci peggio della prima serie con l’aggiunta di Is in veste di bibliotecario-investigatore…insomma la carne sul fuoco c’è. Is è un pozzo di scienze ma in un deserto nordirlandese poco incline ad ascoltarlo anche solo un attimo. I personaggi sono sempre gli stessi del primo capitolo ma qui George e Rosie sono troppo in sordina,quasi assenti e questo è un peccato. Poi la metafora di Gloria ovvero il passato di Is che appare sempre più lontano… I Coen aspettano sempre una telefonata da Sansom.

Pensavo che il «Caso dei libri scomparsi» fosse solo un lento avvio di una saga «alla Jeeves» di P.G.Wodehouse, ma mi sbagliavo: del fantastico scrittore anglo-americano rimane solo l’amore per gli equivoci, costruiti però in maniera dozzinale. Questo secondo episodio non fa altro che confermare la mediocrità dello scrittore: trama ovvia e humour inglese sbiadito (colpa forse anche della traduzione??). Il pezzo migliore (la descrizione di cosa voglia dire crescere) è riportato nella quarta di copertina: leggete quella!!