|
Noi non ci si fa mancare nulla: nemmeno l’esegesi biblica. In questo libro l’autore, così ad occhio un teologo anglicano - ma potrei sbagliarmi - cerca di definire quale fosse davvero il pensiero di Paolo nel contesto in cui operava. Le conclusioni di Wright sono molto diverse da quello che generalmente ci si aspetterebbe. Secondo lui, Saulo non solo era un rigido ebreo osservante prima della sua conversione, ma lo sarebbe stato anche dopo le accuse di ellenizzazione nemmeno troppo strisciante che gli vengono normalmente fatte sono erronee, con tanto di doviziose spiegazioni a partire dai testi delle sue epistole e dagli Atti degli Apostoli. Paolo prefigurerebbe la Trinità come poi definita quasi tre secoli dopo a Nicea e Costantinopoli, ma Dio resta uno Cristo è il Re, ma è indubbiamente un figlio di Israele e infine il linguaggio usato per spiegare queste cose ai Gentili rispecchia perfettamente quello dell’Antico Testamento. Non sono così bravo in teologia da poter dare un giudizio, anche se gli argomenti sono indubbiamente esposti bene sono poi stato sufficientemente pigro da non avere una Bibbia sottomano per leggermi autonomamente i brani citati, accontentandomi dei riassunti fatti. In definitiva, però, una lettura molto interessante.