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Questo è il secondo libro di Altieri che leggo,e devo dire che,come il suo prequel,Città oscura,mi è piaciuto tantissimo.Scenari apocalittici come nel primo romanzo riparte proprio da dove era finito il precedente,da Alan Jericho Wolf.Trama serrata e ritmi incalzanti,rendono questo romanzo avvincente e adrenalinico.Il protagonista viene delineato pagina dopo pagina e il lettore impara a conoscere il lato più nascosto di Wolf,con tutte le sue paranoie e tutti i drammi che l’hanno reso ciò che è.La peculiarità di questo libro però,è sicuramente l’accuratezza che lo scrittore mette nel descrivere la città post-collasso quartieri distrutti e disabitati,zone controllate da bande criminali,un posto dove ogni giorno è buono per sparire o morire.Insomma,in questo mio secondo libro,Altieri si conferma uno scrittore di immenso talento,forse poco conosciuto e apprezzato in Italia,ma in grado di scrivere romanzi pieni di adrenalina e coinvolgenti al pari dei grandi nomi del trhiller contemporeaneo.
Buona lettura, soprattutto nella prima parte, in cui è più coinvolgente l’azione e più elevato il ritmo, ma è l’ambientazione post collasso di L.A. ad essere particolarmente affascinante. Nella seconda parte, c’è invece un po’ troppo surrealismo, cascami da Apocalypse Now, soprattutto nel punto di transizione fra lo scontro con Legionario e la scoperta del solito grande vecchio (peraltro abbastanza prevedibile): durante la convalescenza di Wolf, il realismo va effettivamente scemando, nella voluta ambiguità dell’autore (follia o realtà?), che però stona nel quadro complessivo. Trama apparentemente complicata, ma meno sofisticata del previsto. Solida e convincente la figura di Alan Jericho Wolf, un po’ meno la consistenza dei suoi traumi infantili, come appare nella catarsi delle ultime pagine. Finale interessante. Tutto sommato vale la pena di leggerlo, ma senza troppi entusiasmi.
Degno seguito del precedente volume, controllate quanto è stato scritto e rendetivi conto di quanto è attuale!
Il sequel di Città oscura non fa rimpiangere la prima puntata. Alan J Wolf, già comparsa del primo volume, è un eccellente «sostituto» di Solomon Newton. L’intreccio migra di più verso la fantapolitica e c’è meno spazio per gli sbirri da strada (fatto salvo il magistrale esordio con la descrizione della rapina in banca). Forse i Brigadiers sono leggermente sopra le righe, così come lo scontro finale e manca il fattore «meteorologico» perfettamente sfruttato nel primo libro. Sicuramente i fan apprezzerebbero una nuova avventura del capitano o maggiore Wolf, prima di rivederlo come generale nei libri successivi.