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Credo che il libro sia un assemblaggio di saggi scritti in tempi diversi, perché spesso si ritrovano concetti ripetuti. Perciò mi pare mancare un’armonia generale,e alcune cose non mi son rimaste chiare. Galimberti è notoriamente ateo e ispirato alla cultura greca, che è ricordata come accettazione della morte,la quale facendo perire i singoli garantisce la continuità della vita come fenomeno.Il cristianesimo invece è visto come la religione che spazza via la visione greca, per lasciare il posto ad una dottrina che scorge nella morte il male, conseguente al peccato originario, e vede Dio secondo la metafisica greca, come ente che garantisce la stabilità del mondo, e non sarebbe a parere di Galimberti il Dio di Abramo, il vero Dio celato nel sacro, dimensione dove bene e male coabitano, ed il bene divino non corrisponde necessariamente al bene secondo l’uomo, che non vorrebbe mai ammazzare il proprio figlio come comandato dall’alto, e ritiene di meritare la salvezza per le opere, e non per grazia. Questo Dio di Abramo è confermato anche da Gesù quando dice «allontanatevi da me operatori d’iniquità». Ma già qui mi vengono i primi dubbi. Galimberti cosa vorrebbe, ripristinare gli antichi riti di sacrificio, e le feste orgiastiche? Invece secondo lui il cristianesimo riconoscendo in Gesù il Dio fatto uomo ed entrato nella storia, ha desacralizzato il sacro, affidando la religione al potere della ragione, e inducendola a mera prescrittrice di norme morali.A me modestamente pare difficile scindere un insegnamento pure morale dalla predicazione di Gesù,e non credo che la Chiesa cattolica voglia sostituirsi al giudizio di un Dio.Nè mi pare tracotante aspirare all’immortalità,come afferma l’autore.Ho dubbi anche sull’esatta interpretazione delle religioni orientali,che a detta dell’autore non vorrebbero cambiare il mondo come fa il cristianesimo,ma allora cosa sarebbero,una mera esperienza mistica individuale? Insomma un libro interessante, ma da leggere con cautela.
E ‘facile criticare il Cristianesimo quando lo si assimila alle altre religioni…. e soprattutto quando si cerca di decostruire in modo ideologico una Verità che trascende tutti i sistemi dottrinali e conoscitivi. Galimberti ignora (forse volutamente - giacché solo la vera Verità è «tremenda») che il Cristianesimo non è una religione, non è una sovrastruttura, non è l’oppio di poveri frustrati ma è la Verità stessa che si è rivelata nella storia (decidendola) e che dovrebbe guidare le azioni di ogni uomo (almeno credente e/o onesto intellettualmente). Non si può ridurre il discorso sul Cristianesimo a un mero discorso sul «sacro» o sulla spiritualità: o ci si lascia vincere dal messaggio di Cristo - del Cristo «totale» (secondo sant’Agostino) - oppure si andrà sempre fuori strada. Basta. Il Cristianesimo si comprende solo se si è cristiani, solo se si è «uomini spirituali» (1Cor 2,15) solo si ammette che Cristo è Dio (Uno e Trino). Molto semplice. La critica di Galimberti è la critica al Cristianesimo secondo Galimberti (quindi FALSO): ecco perché, secondo il filosofo, è una religione dal cielo vuoto. Semplice, molto semplice…
Concordo con Egome, una riedizione del pensiero di una corrente di pensatori, pessimisti e, in genere, con un particolare orientamento politico, che ad intervalli più o meno brevi si ripropone, il cui unico intento , a me sembra , sia quello di banalizzare, dall’alto di una presupposta e latente supremazia intellettuale , l’esperienza di fede di milioni di persone, di ogni età , cultura, stato sociale e geografico.
Ho seguito i commenti dello stesso A., ospite di Augias. Nell’ascoltarlo, mi son venuti in mente alcuni pensatori(Democrito, Epicuro, Lucrezio, Marx, Fuerbach, Hack) e alcuni detti (religione oppio dei popoli, fase storica d’ignoranza, sovrastruttura ideologica, ascetismo colpa del cristianesimo, conseguenza della precarietà esistenziale, paura di morire, alienazione, ecc., ecc.). Si aggiunge la raccomandazione di «pensare secondo ragione e vivere secondo natura». Da non trascurare il fatto che in occidente il Cristianesimo si è imposto come Cattolicesimo, con i suoi meriti, ma anche con le sue «ombre» nefaste. Al di là di dogmi e trascendenze ultraterrene, penso, comunque, che il messaggio evangelico, unitamente a quello solidaristico e umanitario, per me rintracciabile anche nel «socialismo dal volto umano