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Dai un bacio a chi vuoi tu

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Titolo: <strong>Dai un bacio a chi vuoi tu</strong></br></br>
Autore: <strong>Giusi Marchetta</strong></br></br>
Editore: <strong>Terre di Mezzo</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2008</strong></br></br>
EAN: <strong>9788861890336</strong></br></br>

<p>Un giovane pedofilo che odia i pedofili, un bambino che vuole i capelli tagliati cortissimi per sfuggire alla "presa" del padre violento, un professore che doveva fare il contadino e invece no, uno strano incidente in cui muore il figlio del boss. Dalla pedofilia alla camorra, la giovane Giusi Marchetta tocca temi scomodi con uno stile asciutto e sorprendente. In questi racconti "l'anomalia psichica o sociale scaturisce da un meccanismo inesorabile, fino a una risoluzione conclusiva freddamente necessaria". Tutti i personaggi di questo libro pensano di potersi salvare aggrappandosi a qualcosa ma, come nella vita vera, non si rendono conto che non possono cambiare le cose. Come nella famosa filastrocca: i bambini cantano "dai un bacio a chi vuoi tu", ma sarà la conta a decidere per loro.</p>
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Ok, comincio da Limbo, o da Camilla, che poi è il primo racconto che ho letto, di questa raccolta. Qui uno dei temi è centrale: il paradosso della diversità che si deve infilare nella regolarità, in questo caso, del codice stradale. Il risultato è ironico, un po’ tragico. Ma il fatto è che questa Giusi Marchetta ha un chè: riesce a toccare liscia liscia tutte le profondità di noi anime che leggiamo non per rilassarci e nemmeno per distrarci, ebbene lo fa, senza neanche darlo a vedere, una che sa far ridere non si sganascia, lei è così.. È come una che batte il centro di un tamburo da molto lontano o come un acuto che allontana il microfono mentre spalanca la bocca. Qui, in Limbo, ci sono dei picchi, tipo: com’è successo che non cammini più, zio? eh, sì, l’immaginazione eleva. Specialmente nelle storie più crude. Come fa la canzone della sposa (Formiche rosse) E poi ti trovi di picchiata in basso. Riecco lo zio che dice: Mi sogno in piedi…. C’è un salto che m’ha preso molto, ma molto, è «Scarti». poi ci sono quelli che stanno dentro, gli «insospettabili» fan venire i brividi, o fanno infuocare il petto, ricordo certi tg, che invece muti stettero,dentro ‘na marea di chiacchiere. Le telecamere servono altro, e alla fine ti sembra sì di aver preso il sole in faccia, quello che fa male….ci sono quelli che cercano di starci, dentro, come il protagonista di Dai un bacio a chi vuoi tu. Un Altro che si affanna a compiere gesti, fare finta, ma proporzionalmente al suo sforzo per essere dentro, si trova fuori. Infine ci sono quelli che se ne stanno convinti fuori, e per loro va tutto bene: come Michele (incidente) che si è fatto giustizia da solo, contro lo strapotere dell’ingiustizia e, sta zitto e aspetta, sa che ha sbagliato ma non poteva fare altrimenti, il bello è che tutto si rivela una fregatura, glielo rivela Ciccio, che «sta dentro

Lo ammetto, sono un po’ di parte, essendo il personaggio (più che altro, direi la umile protagonista) di uno dei racconti del libro (anche se sono affettivamente legata ad «incidente

Avete mai provato a mettervi nei panni di un’altra persona? I personaggi del libro sono tratti dal nostro quotidiano e fortemente condizionati dalla realtà circostante, uniti tra loro da un filo i cui estremi sono rappresentati dalla speranza, che qualcosa o qualcuno possa salvarli da una vita che non hanno scelto, e da un dramma in atto. Sono brevi racconti che ci mostrano il rovescio della medaglia, la realtà da un punto di vista diverso dal solito, cosa che ci consente di avere un quadro completamente nuovo di un qualcosa che avremmo sicuramente giudicato senza conoscere, e che ci fa allo stesso tempo scavare e cercare dentro noi stessi.

Gran bel libro!La lettura scorre via velocissima e nonostante si sfiorino temi di grande attualità e rilevanza,le storie vertono sempre sugli uomini,sulle loro esistenze e sensazioni.Inoltre,nonostante siano racconti slegati l’uno dall’altro,si evince un tema di fondo che è quello dell’ineluttabilità che pervade ogni aspetto della vita,compresa l’ineluttabilità del senso di colpa di dostoevskijana memoria.Su tutti,i racconti «formiche rosse» e «limbo».

Si salva solo «limbo». Il resto è debolissimo, poco interessante e banalmente triste.