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Un romanzo bellissimo, intenso, un inno alla amicizia e alla vita. Una parabola scritta con sapiente equilibrio e delicato rispetto. L’apparente semplicità della trama, rivela, invece, la volontà dell’autore di consegnare al lettore pagine su cui riflettere, pensare. Il tema della diversità serve per dipanare, sciogliere dubbi incertezze, liquidare resistenze culturali e religiose. La vita non si ferma, l’amicizia rende gli uomini più forti e capaci di crescere nello spirito.
A mio avviso è un libro stupendo, un autentico romanzo di formazione.In esso si mescolano dolori, sogni,allontanamenti, delusioni. Lo consiglio vivamente.
Ecco un libro ebraico, profondamente ebraico, stramaledettamente ebraico. Per chi non e’ ebreo come me sono un po’ difficili da digerire certe imposizioni paterne (non parlare con un tuo amico per tanto tempo, pur vedendolo!) anche se spero che le cose siano cambiate dall’epoca in cui e’ stato ambientato il romanzo. Il primo capitolo, ovvero la partita di baseball (giocata con palle da softball), mi aveva illuso sul tema e sulle vicissitudini di due ragazzi che, divisi ma non troppo da teorie religiose un po’ oppiacee si sarebbero alla fine incontrati. Invece, giunto a meta’, e da li’ in poi, mi e’ sembrato piu’ una serie di luoghi comuni sull’ebraismo dove i ragazzi di 17 anni sono studiosi all’ennesima potenza, non sgarrano, stanno alle regole e rispettano un destino come inevitabile. E che dire di quell’insieme di pagine che parlano delle mitiche dispute talmutidiche che sfociano a volte in pilpul tra Danny e il padre ? Non c’e’ scritto alcunche’ sugli arogmenti trattati, neanche un accenno. Solo la parte relativa alla cabala ha menzionato e bastonato l’idea che con ragionamenti manipolativi si puo’ interpretare e dismotrare tutto. Nonostante cio’ la lettura e’ stata comunque intrigante e sotto l’ombrellone decisamente scorrevole.
Vedo tutti commenti positivi. A me è piaciuto nelle ultime 100-150 pagine. Inizio lentissimo: la partita di baseball primo capitolo, l’ospedale secondo capitolo, la sinagoga terzo capitolo. Interessante invece il viaggio nel mondo ebraico del dopoguerra