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Di Ilde ce n'è una sola

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Titolo: <strong>Di Ilde ce n'è una sola</strong></br></br>
Autore: <strong>Andrea Vitali</strong></br></br>
Editore: <strong>Garzanti Libri</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2015</strong></br></br>
EAN: <strong>9788811688518</strong></br></br>

<p>In luglio a Bellano fa un caldo della malora. L'aria è densa di umidità e il cielo una cappa di afa. Eppure l'acqua che scorre rombando tra le rocce dell'Orrido è capace di tagliare in due il respiro, perché è fredda gelata, certo, ma anche perché nelle viscere della roccia il fiume cattura da sempre i segreti, le passioni, gli imbrogli, le bugie e le verità che poi vorrebbe correre a disperdere nel lago, sempre che qualcuno non ne trovi prima gli indizi. Come una carta d'identità finita nell'acqua chissà come e chissà perché. Brutta faccenda. Questione da sbrigare negli uffici del comune o c'è sotto qualcosa che compete invece ai carabinieri? A sbrogliare la matassa ci pensa Oscar, operaio generico, capace di fare tutto ma niente di preciso, che da sei mesi è in cassa integrazione e snocciola le giornate sul divano con addosso le scarpe da lavoro. In quel luglio del 1970, offuscato dal caldo e dalle ombre tetre della crisi economica, armato della sua curiosità ottusa Oscar fa luce sui movimenti un po' sospetti di Ilde, la giovane moglie dal caratterino per niente facile, che forse sta solo cercando il modo di tirare la fine del mese come può. Vitali torna ai fatidici anni Settanta, alle ristrettezze che seguono il boom economico, alle fatiche di far quadrare il bilancio di casa, all'irridente spavalderia di chi ce l'ha fatta e crede di aver domato il mondo e l'avvenire. E ci regala un'altra pagina del suo interminabile romanzo lacustre specchio di vite semplici e reali.</p>
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Sigismondo Boldoni, pastello su carta, Velasco Vitali, 1997. Peste lo colse: Comune di Bellano, 1997: ISBN : Leggi la presentazione del libro<br/>Nella notte hanno tentato un furto in comune, ma la guardia Firmato Bicicli non ha visto nulla. Invece, quando al gruppetto dei curiosi accorsi davanti al municipio s <br/>Una finestra vistalago. Di Arrigoni Giuseppe <strong>ce</strong> ne sono tanti a Bellano, un paese del lago di Como. Impossibile conoscerli tutti. Anche nella vita di Eraldo Bonomi <br/>Andrea Vitali (Bellano, 5 febbraio 1956) è uno scrittore e medico italiano<br/>Cos’è la pdz? Pdz è l’abbreviazione per Pasta Di Zucchero, è un composto principalmente a base di zucchero, con una consistenza simile al pongo che la rende <br/>Pubblichiamo questa Cronaca dal 16 Luglio 1987 fino al Dicembre 1987, con trascrizioni e articoli di giornale, del tragico periodo vissuto dai Valtellinesi, dall <br/>Massimo Pittau. professore emerito dell’Università di Sassari. TOPONIMI DELLA SARDEGNA SETTENTRIONALE. Significato e origine
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Concordo con chi ha scritto che questo romanzo non è il migliore di Vitali e però, il suo stile semplice e la narrazione della quotidianità ne rendono la lettura piacevole.

E’ un racconto scacciapensieri, distensivo, senza complicazioni si legge tutto di un fiato. Da leggere per passare il tempo in treno, in una sala d’aspetto, al mare…Come letteratura di intrattenimento merita un buon voto.

Certamente non è una delle opere migliori di Vitali. Solamente un racconto di corna di provincia, tinto appena di giallino, che non riesce a far sorridere, anzi, con un finale piuttosto amaro. Il voto medio è dovuto alla stima che nutro per lo scrittore, che è certamente capace di scrivere di meglio.

Le espressioni colorite, i paragoni calzanti, le arguzie, il costrutto a flash dato da capitoli di una sola pagina o poco più, le storie banali rese paradossali e uniche: tutto questo fa di Vitali un autore godibilissimo, spassoso, mai superfluo nel suo delineare personaggi ed eventi. Tuttavia questo romanzo è un po’ troppo frettoloso, quasi un raccontino poco appagante. Vitali non ha certo lo spessore di altri autori più profondi, ma nel trattare i tipi umani ha un taglio ironico e tagliente che lo rende impareggiabile. Tuttavia, non esageri nello sfornare storie poco consistenti.

Anni dopo «La signorina Tecla Manzi» leggo di nuovo un romanzo di Vitali. Lettura piacevole, tutta d’un fiato, capitoli brevi che spingono ad andare avanti. Pessima conclusione, è come se l’autore avesse lasciato il romanzo incompiuto l’idea di creare una struttura circolare concludendo con il ragazzo e la sua famiglia (così come era iniziato) non mi soddisfa, e pare slegato dal contesto.