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Un capolavoro, è uno dei libri più belli e completi che abbia mai letto. Si possono trovare tutti i sentimenti dell’animo umano esasperati dalla pazzia di Don Chisciotte e volgarizzati dalla rozzagine di Sancho che gli fà grandiosamente da contraltare. Sono un coppia stramba sempre alla ricerca di avventure il tutto condito con tanta superstizione, visionismo e riportato in un linguaggio spesso retorico e esaltato che è stupefacence da un lato e allo stesso tempo ridicolizza i canoni del buon costume dell’epoca facendone anche un libro che fa ridere. Cervantes era un genio…
Quello che è considerato il capolavoro della letteratura spagnola è uno di quei libri a più livelli di lettura. Lo si può apprezzare per il suo bel stile e per la simpatia che suscitano i due protagonisti Don Chisciotte e Sancio Panza grazie alle loro peripezie oppure lo si può leggere come cartina al tornasole sulla società spagnola nel periodo post-conquista del nuovo mondo. Lo splendido romanzo di Cervantes, che aveva partecipato alla battaglia di Lepanto e ne aveva passate di tutti i colori sino alla perdita di una mano per poi capire l’inutilià della guerra, è un monito sulle illusioni della vita (amore, onore, guerra) che nasce dal connubio della letteratura picaresca e cavalleresca che imperversarono per tutto il ‘500 in Spagna. Don Chisciotte è un lettore accanito di libri cavallereschi dove si narra di eroi che combattono contro draghi e maghi per amore della propria donna. Così tenterà di fare anche lui incamminandosi per le terre della Mancha ma con esiti ben diversi in una Spagna che vide il proprio splendore economico e politico con la conquista dell’America ma era in preda alle illusioni e alla povertà così ben descritte nel capolavoro cervantino. Il Don Chisciotte è anche, però, un esempio di letteratura a incastro dove realtà e finzione si intrecciano. Nella seconda parte del romanzo, infatti, Don Chisciotte sa che si è parlato delle sue avventure (scritte da Cervantes) ed esce per nuove avventure e in una di queste incontra addirittura un personaggio di un romanzo scritto su di lui da un altro autore del tempo di Cervantes, che si chiamava Avellaneda, e Don Chisciotte dice che è lui il vero Don Chisciotte e non quello dell’altro romanzo: insomma è un continuo intrecciarsi di realtà e finzione. Da non dimenticare, poi, sia nei sonetti iniziali che nelle vicende del protagonista, i riferimenti ad altri personaggi cavallereschi come Amadigi e Orlando o a vicende sempre cavalleresche del passato come quella dell’elmo di Mambrino. Se potete leggerlo in spagnolo come ho fatto io è ancora meglio.