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Un inchiesta spicciola ma efficace. Si lascia leggere velocemente perché ha uno stile scorrevole ma non giornalistico. Inizia con tutta una panoramica riassuntiva su quelle che sono le pratiche di purificazione della donna, su dove si praticano, sull’elevato numero di vittime e sulle conseguenze psicofisiche e morali per poi passare alle testimonianze dirette che l’autrice ha raccolto. Anche le testimonianze sono molto veloci, direi dei flash tanto per rendere appieno l’idea del dolore e delle violazioni. Non è assolutamente il primo libro che leggo in merito, per cui sono abbastanza edotta in merito. Trovo che in queste pratiche ci sia molto di più della violazione dei diritti umani. E che tale barbarie debbano essere bandite, eliminate e che, chi le pratichi debba essere punito con la pena capitale. Mi spiace pensare che riputino fondamentale tale pratiche per ammettere la DONNA, nella società altrimenti considerata indegna ed impura non capendo che il maggior numero di nati con problemi fisici dipenda proprio da questo loro «purificare». Come generare figli maschi è di così tale importanza e valore che permettano nascano con problemi fisici evidenti e gravi? E’ senz’altro un libro che fa riflettere, poiché moltissime donne occidentali o comunque amancipate vivono una condizione di sofferenza dettata da loro stesse a cui si sottomettono, rinunciando a tutto quello che potrebbero avere, non considerando che invece ci sono moltissime donne in Africa, o in Oriente che vorrebbero essere libere e che non possono esserlo.