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Era farsi. Autoantologia 1974-2011

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Titolo: <strong>Era farsi. Autoantologia 1974-2011</strong></br></br>
Autore: <strong>Margherita Rimi</strong></br></br>
Editore: <strong>Marsilio</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2012</strong></br></br>
EAN: <strong>9788831712330</strong></br></br>

<p>Bambini i protagonisti della raccolta di poesie "Era farsi" della siciliana Margherita Rimi, fra l'altro neuropsichiatra infantile, appassionatamente impegnata nella tutela dell'infanzia e nella cura dei bambini offesi. In questi versi trentennali della Rimi, in un linguaggio poetico che colpisce con la sua agile semplicità e verità disarmante, per la prima volta risuonano non solo gli echi rassicuranti di ogni infanzia serena ma anche la voce dolente e inquietante dei bambini che hanno subito abusi e violenze sessuali. L'autrice guarda e vede il mondo dagli occhi stessi dei bambini, un mondo a volte feroce e cinico, di maltrattamenti e di paure, di ferite e malattie. Eppure dei bambini violati l'autrice sa cogliere anche tutta la purezza e l'innocenza: la bellezza. Nel costruire la sua Autoantologia, Margherita Rimi consegna anche un viaggio attraverso la propria infanzia e giovinezza, per poi approdare ai testi della maturità dove emergono gli affetti e la forza dei legami familiari, la tensione di alcuni temi etico-sociali, ma anche di una visione ironica della realtà. Una poesia a tutto tondo, che propone pure testi in una lingua siciliana scabra, e versi di omaggio a Pirandello, messi a conclusione del volume, quasi a riaffermare la continuità tra passato e presente della letteratura negli interrogativi che il male non cessa di sollevare. Prefazione di Daniela Marcheschi.</p>
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Cos’altro aggiungere alla prefazione della Marcheschi, che mette in rilievo alcuni dei punti salienti di questa auto-antologia della Rimi, rispondente del resto ad una mia, e non solo credo, attesa? Si potrebbe sottolineare il lavorìo, che fa più pensare a un Bernini, o alla sapienza e grazia della pittura cinese tradizionale un lavoro sulla forma-scrittura e sul silenzio, da cui sembra scaturire la polifonia delle voci, di chi voce, in quanto a lungo in-fans, non ha. Ma c’è dell’altro. Le trame relazionali, viste alla luce del brillio di parole scelte con perizia e parsimonia, da chi ha esplorato limiti e potenzialità del dire e tacere. A mio parere un libro che fa felice la Poesia, e il suo persistere nel mondo. Antonio Pibiri