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I giovani sono idealisti e, poiché sono poco esperti della vita, facili da ingannare. Le loro menti, ancora in formazione, possono essere manipolate. Il libro illustra proprio questo: come milioni di ragazzi tedeschi aderirono con entusiasmo al nazismo, senza rendersi conto della sua natura criminale. A migliaia morirono sui campi di battaglia. Nell’ottobre 1944 venne chiamata alle armi la classe 1928 e nel febbraio 1945 la classe 1929: ragazzini di 15 anni e qualche mese, dopo un sommario addestramento di una settimana, con un armamento ridicolo, vennero buttati allo sbaraglio contro le divisioni corazzate nemiche. Il capo della Gioventù Hitleriana, Baldur Von Schirach, che li aveva resi fanatici, al processo di Norimberga si dichiarò pentito e se la cavò con appena 20 anni di prigione, malgrado che, come Gauleiter di Vienna, si fosse reso responsabile della morte di migliaia di ebrei e rom. Un libro da far leggere nelle scuole.
Un altro ottimo saggio di Knopp. Bimbi nati da relazioni tra occupanti ed occupati, bambini colpevoli solo di essere nati, trattai come rifiuti sociali marchiati con vezzeggiativi volgari ed umilianti per contraddistinguere la loro vergognosa paternita’ tedesca. Bambini emarginati socialmente, privati spesso dell’istruzione di base, spesso rinchiusi in istituti speciali per disabili mentali perche’ tali erano da considerare i bambini della vergogna. Bambini considerati i principali responsabili del passato dei padri. E le mamme il cui corpo doveva appartenere soltanto alla nazione che le mise alla luce furono rasate pubblicamente a simboleggiare l’infame vergognosa onta con la quale avevano sporcato il sangue e l’onore del loro paese. Una conseguenza di quella assurda guerra una vendetta brutale ed ingiustificata, alla fine questi bimbi ricevettero lo stesso trattamento inumano che il nazismo inflisse ai popoli che considerava inferiori, ma in questo caso a guerra finita.
Attraverso i ricordi e le toccanti testimonianze di uomini e donne che ne fecero parte, il libro di Knopp narra la storia delle organizzazioni giovanili, Jungvolk, Hitler-Jugend e Bund Deutscher Mädel, create negli anni Trenta al fine di educare la gioventù tedesca ai principi del nazionalsocialismo. Una generazione che non ebbe scelta, come giustamente osserva l’autore. Plasmata dalla propaganda, crebbe nel culto del Führer e della nazione germanica. Il regime hitleriano seppe abilmente sfruttare l’ardore e l’idealismo dei giovanissimi, e non ebbe scrupolo, infine, a gettare migliaia di adolescenti nella fornace delle “battaglie di materiali” che segnarono gli ultimi, terribili mesi del secondo conflitto mondiale.
Linguaggio estremamante chiaro su fatti che si fa fatica a credere che siano successi. Fa riflettere e, secondo me, ne va consigliata la lettura anche ai «nostri» odierni adolescenti ed ai loro insegnanti. Pur se l’argomento porta a tristi considerazioni, l’autore - bravissimo - riesce a mantenere l’attenzione fino alla fine del libro (che, purtroppo, finisce!) Sentite congratulazioni all’autore!