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Di questa seconda opera ho apprezzato soprattutto il lessico ricercato che è ormai merce rara nel settore. I personaggi sono come nel primo romanzo molto coinvolgenti e ben caratterizzati, amo di questa autrice la capacità di tratteggiare la sua Sardegna con le sue tradizioni e superstizioni senza essere troppo cupa e opprimente con inutili insistenze sul tema. Il finale è un pochino scontato e intuibile molto prima dell’ultima pagina, apprezzabile in ogni caso la capacità di tenere alta l’attenzione fino alla fine.
Uno di quei libri di cui ti dispiace veramente voltare l’ultima pagina. Dopo Iannetta, un altro personaggio indimenticabile, quello della protagonista Nora, ricco di mistero e dotato di una storia affascinante che resta nel cuore. Ritroviamo l’aspra Sardegna con le sue tradizioni e leggende, ma a differenza del primo libro incentrato sulla solitudine e sul disprezzo verso ciò che non si può comprendere, in questo nuovo lavoro c’è una sorta di riscatto della protagonista, che proprio grazie al suo dono riesce a costruirsi una nuova vita nonostante i pregiudizi. La sua emarginazione iniziale si affievolisce nel corso della storia grazie all’opportunità concessole da donna Trinet, possibilità che la porterà verso una vicenda familiare oscura e dolorosa ma anche verso un amore inaspettato e una vera e propria rinascita. La Roggeri è un’autrice che non delude mai…mi piacerebbe molto leggere un nuovo capitolo con queste due straordinarie protagoniste femminili!!!
Un altro bellissimo libro dell autrice vanessa roggeri che mi ha incantato dalla prima all ultima pagina!!!mi è piaciuto ancora di più del «profumo selvatico del ginepro» in quanto più completo di scenari e di personaggi!Ad arricchire questo romanzo inoltre ci sarà una piccola storia d’amore e un segreto nascosto!!!!consigliatissimo!!!
Di questa autrice avevo letto il primo romanzo «Il cuore selvatico del ginepro» che nell’insieme avevo apprezzato sia per la storia personale della protagonista, che poteva però avere un valore universale dando voce alle persone reiette ed emarginate, sia anche per l’ambiente sociale ben tratteggiato: emergeva infatti con forza un mondo legato a tradizioni arcaiche e a superstizioni dure a morire. Nulla di tutto ciò ho trovato nel secondo romanzo che non mi è piaciuto affatto né per la storia né per lo stile. Già l’esordio del romanzo (la bambina colpita da un fulmine che la uccide e poi «resuscitata») convince poco, ma soprattutto il tema delle «bidemortos» poteva essere sviluppato con maggiore profondità e aderenza al tessuto sociale e culturale in cui la vicenda si svolge. Tutto invece è ridotto a un’atmosfera cupa di segreti, visioni e magia con il tentativo di portare di tanto in tanto qualche svolta significativa e qualche colpo di scena in una trama di per sé lineare e semplice, mentre il finale è già scontato da metà romanzo. Sinceramente man mano che la lettura procedeva mi sembrava di accostarmi a un romanzo d’appendice di altri tempi. Forse lo vedrei bene in una trasposizione cinematografica realizzandone una delle tante soap opera che affollano le tv.