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Fischia il vento. Felice Cascione e il canto dei ribelli

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Titolo: <strong>Fischia il vento. Felice Cascione e il canto dei ribelli</strong></br></br>
Autore: <strong>Donatella Alfonso</strong></br></br>
Editore: <strong>Castelvecchi</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2014</strong></br></br>
EAN: <strong>9788868262105</strong></br></br>

<p>U Megu", il medico, era il nome di battaglia di Felice Cascione, nato a Porto Maurizio (Imperia) il 2 maggio 1918 e morto in uno scontro con i fascisti sulle montagne del cuneese nel 1944. Questo libro racconta la sua storia - gli studi di Medicina e l'adesione al Partito comunista, lo sport e la scelta di unirsi alla Resistenza - insieme alla storia della canzone che scrisse pochi giorni prima di essere ucciso. Fischia il vento, un simbolo della lotta partigiana, venne composta da Cascione sulla melodia del canto popolare sovietico Katjusa, suggerito dal partigiano Ivan, che era tornato dalla campagna di Russia. Dopo la morte di Felice, la canzone inizia a diffondersi spontaneamente, fino a diventare l'inno più cantato della Resistenza. Donatella Alfonso racconta poi il successo della canzone dopo la guerra, le polemiche sull'origine del testo prima che, nel 1951, ne fosse accertata la paternità, e la visita di Camilo Guevara March, il figlio del Che, al luogo della morte dell'eroe partigiano. Una canzone longeva, "Fischia il vento", che ha ispirato molti musicisti e ha varcato il terzo millennio per accompagnare, con le sue parole, le battaglie per la libertà e la giustizia.</p>
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« <strong>Fischia il vento</strong> e infuria la bufera scarpe rotte e pur bisogna andar a conquistare la rossa primavera dove sorge il sol dell'avvenir » (<strong>Felice Cascione</strong>, <strong>Fischia</strong> <br/>I canti della Resistenza rimandano non solo al ricordo della lotta partigiana, ma richiamano anche un più ampio concetto di libertà. Nella memoria collettiva degli 
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Un libro fantastico scritto a due mani in modo esemplare, esalta l’onore e la gloria che Felice ha meritato assieme ai suoi coraggiosi Compagni, lottando e pagando con la propria vita, non voltandosi mai indietro, mantenendo saldi quei principi dettati dall’educazione ricevuta, e dalla sua generosità e bontà d’animo. Questo libro lo consiglierei vivamente a quelli che oggi si fanno chiamare comunisti, anche a loro farebbe bene rispolverare da dove arrivano, forse rivedrebbero alcune delle loro ultime scelte, e magari cercherebbero di rimediare : ridando voce al popolo alla gente che lotta ogni giorno con problemi Grandi di Sopravvivenza e come arrivare alla fine del mese. Purtroppo questi problemi non toccano la sensibilità di chi dovrebbe sancire questi diritti per tutti. La sete di potere, il denaro, e l’avidità, regnano sovrani calpestando gli ostacoli che ne impediscono la loro realizzazione. Politici leggetevi questo libro.