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Ho letto ‘ Focolari di pietra ’ quattro anni e mezzo fa, a giugno, appena uscì dopo dodici anni d’attesa, e lo lessi in 20 giorni. Ebbene, ho amato i romanzi della Auel sin dal 1987, quando lessi ‘ La valle dei cavalli ‘, e m’innamorai di Ayla. Ho amato anche quest’ultimo, anche se sì, è vero che l’autrice avrebbe potuto regalarci un po’ di suspence, nonostante io stesso temessi che ai due protagonisti andasse storto qualcosa. Certo, concordo con Michela che, il 10 novembre scorso, mi ha ricordato il fascino suggestivo ed evocativo del primo romanzo, nelle pagine dedicate alla fine di Creb, ‘ il nonno di tutti ‘. Quanta ‘umanità’ tra quei Neanderthal…
la capacità narravita della scrittreice è come sempre travolgente anche se in realtà si è dilungato molto in dettagli senza importanza ,il finale fa sperare in una continuazione ,speriamo arrivi presto un altra ayla figlia della terra che si faccia leggere tutto dun fiato
Il voto «basso» si riferisce esclusivamente all’ultimo volume della serie che ridonda eccessivamente di descrizioni e ripetizioni. Sarò passata da pagina 50 a pagina 500 senza essermi persa praticamente nulla della storia. Mi manca la Auel di Iza e Creb, la Auel dei sentimenti veri, puri e profondi, quella che scrive passi indimenticabili che a distanza di 20 anni mi fanno piangere ogni volta che li rileggo e mi riempiono il cuore… come ad esempio: «…quando vide Broud ordinare a Goov di maledirla, l’ultima stilla di energia lo lasciò. Non voleva vedere altro, e voltò la schiena, trascinandosi stancamente dentro la caverna…» Grande Creb, sei il nonno di tutti e ti voglio bene :)
Ho questo libro sul comodino da 3 mesi e ho letto in modo ordinato circa 200 pagine. Poi ho avuto un crescendo di disgusto. Vi spiego perchè: nel mese di agosto ho letto Gli eletti di Mut in due settimane, il racconto mi aveva veramente appassionato: nonostante le ripetizioni le pagine avvincenti erano abbondanti. Focolari di Pietra è di una lentezza scioccante, non capisco cosa possa interessare al lettore se Ayla deve andare e quante volte deve andare a spandere acqua, quante e quali tisane debba preparare per dimostrare di saper calmare i nervi di una popolazione che vive nella noia più assoluta (se i sapiens erano realmente come descritti nel libro e superiori ai neanderthal questi ultimi si sono suicidati pur di non dover stare con loro). L’unico personaggio simpatico è il famigerato produttore di birra, il quale non resistendo ai ritmi lenti e insipidi della vita impostagli dalla Auel si è rifugiato nell’alcolismo e nel gioco d’azzardo. Al momento sono inchiodato a pagina 350 o giù di lì - nel punto in cui viene riportato il canto funebre (anche lì: un poveraccio per morire ed essere sepolto ha bisogno di 40 pagine di narrazione, alla 41 è già in putrefazione…), non so se si tratti del punto più basso, ma so che per andare avanti ho bisogno della birra di Lamar. Spero che non ci sia un seguito, se ci fosse non voglio saperlo. saluti, stefano