|
Concordo con Claudio.Assegno un 2 ma con riserva.Non finiva più, ero tentata di abbandonare la lettura…Scontato (mi sono immaginata ‘il colpevole’ fin dalle prime pagine)e collegato al romanzo precedente per cui chi non lo aveva letto non capisce quasi niente.Talvolta confuso e pasticciato, spero per approssimativa traduzione, insomma un romanzo da non iniziare.
Questa volta la Marklund ha toppato di brutto. Capisco di voler fidelizzare i propri lettori puntando sempre sullo stesso protagonista, ma ogni romanzo, pur con rimandi ad altre preceddenti scritture, deve mantenere una linea autonoma. Questo invece, subito, si collega al precedente «Finchè morte non ci separi» al punto da far ritenere che si tratti di una unica storia. Naturalmente chi non lo ha letto resta assolutamente spiazzato o ancor peggio annoiato da una trama troppo complicata per esserne avvinti ed interessati. La scrittura della Marklund è sempre gradevole ma la lunghezza della vicenda (che con il precedente libro supera le 1000 pagine)la rende alla fine alquanto indigesta. Temo comunque che la cosa si possa ripetere con il prossimo scritto: alcuni personaggi essenziali alla fine scompaiono e non mi stupirei di vederli ricomparire prossimamente. Se poi questo prossimamente sarà alla distanza normale di pubblicazione della Marklund di circa un anno, sono certo che per l’epoca mi sarò dimenticato tutto.
E’ il primo libro che leggo della Marklund e penso anche l’ ultimo. Non sono riuscito a finirlo. L’ idea e le ambientazioni sono buone e l’inizio parte bene, ma nel proseguio della lettura diventa noioso, personaggi poco caratterizzati dandomi l’ impressione di perdere il mio tempo. Peccato poteva essere un buon romanzo, ma purtroppo sembra scritto per riempire tante pagine. Odioso.
discreto giallo da ombrellone… certo che se la Marklund è la First Lady del giallo svedese… bah!