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Talmente bello da non sembrare un libro di Lanzetta, senza offesa………..Mi piace molto questo autore e lo seguo da anni ma Giugno Picasso vola molto più alto di qualsiasi altro libro precedente - speriamo che Peppe possa ripetersi presto a questi livelli
La svolta nella carriera di Peppe Lanzetta…da abile narratore dei bronx napoletani a sensibile romanziere di classe…un libro che ti cattura, con le sue descrizioni dolci e incantevoli di Stromboli e dei personaggi che popolano la casa di Ficogrande. Un viaggio introspettivo nei sentimenti umani: l’amore, la nostaglia, il rimpianto, il dolore…struggente il finale, proprio come uno tsunami che trascina con se tutto e tutti… Grandissimo Peppe Lanzetta!!!
E’ una storia di fantasmi, è una storia di mostri fuori dal tempo, senza la reale cognizione della realtà, venuti da lontano e incontrati quasi per caso su quest’isola in mezzo al Mediterraneo. Quei fantasmi siamo noi, quei fantasmi sono dentro in ciascuno di noi. Fuggiamo per andare non sappiamo dove, in attesa che qualcosa succeda e succederà per far cambiare il percorso della nostra esistenza, senza riuscire nemmeno ad avere voce in capitolo o cercare di cambiarne la direzione. Non caso l’ambientazione è quella di Stromboli. Sotto il vulcano, sai che c’è ma ti abitui alla sua presenza e speri che sia distratto e riposi a lungo, fino a quando non decide di svegliarsi, all’improvviso e senza preavviso e allora cambia qualcosa. Come quando tuo figlio ti dice che ha una malattia, come quando una donna, madre, sorella e amante, decide di farla finita, come quando qualcuno cerca di riscattare il proprio passato, fatto di droga e disperazione, di conflitti e scopre che non ce la fa e che non ce la farà mai. E’ come quando il Vulcano erutta e fa piombare sulla tua casa, lava e roccia e cambia, in mare, il percorso delle onde. Chi si aspetta un libro lanzettiano, sarà deluso, ma forse questo è il libro lanzettiano per eccellenza: ci sono le sue anime in pena alla ricerca di se stessi, ci sono luoghi magici dove le persone sono realmente al centro di tutto, e Don Alfonso colui che è un po’ calamita e un po’ spettatore all’interno della storia a volte assomiglia proprio all’alter ego di Lanzetta. Il linguaggio è mutato, meno crudo, meno rude di quello dei libri precedenti (Peppe, hai scritto “buffo”?), adattato alla situazione, un po’ più dolce, quasi ad equilibrare il disequilibrio che emerge dalla storia, dalla vita di ciascuno che la percorre. Un po’ Ozpetek, i suoi colori, i suoi personaggi, le relazioni tra di essi, tutti un po’ amibigui, tutti un po’ misteriosi, dal passato incerto e nebuloso, ognuno che si porta dentro qualcosa da celare. Questo libro è già un film, è già sceneggiatura, scenografia e col
Intenso affresco lirico ed esistenziale, dall’architettura precisa, Giugno Picasso è un romanzo pieno di sorprese. Lanzetta, che inizialmente sembra farsi irretire dal fascino dei suoi personaggi, si rivela invece sapiente manipolatore delle loro vicende. Molti hanno sottolineato le assonanze tra questo romanzo e Teorema di Pasolini. In realtà, Giugno Picasso non ha l’inquietudine sarcastica e antiborghese di Pasolini: Pablo non è un «angelo sterminatore», ma piuttosto uno specchio, attraverso cui gli altri personaggi ritrovano le passioni sopite, i luoghi oscuri della memoria e i «mostri» del passato. La presenza costante del mare impone invece di pensare a Hemingway e Melville, ma anche all’Isola di Arturo della Morante. È il mare il vero protagonista di Giugno Picasso: il mare placido che veglia sull’isola, ma anche il mare nemico, come Lanzetta ha appreso dalla lezione di Rossellini. L’onda anomala che si abbatte su Stromboli, generata da un pezzo della stessa montagna staccatosi e precipitato in mare, è metafora del destino di Don Alfonso, travolto dagli eventi che lui stesso ha contribuito a creare. E infatti, nell’ultima parte del romanzo apprendiamo che il protagonista – novello Ulisse – ha finalmente ritrovato la sua paternità. Ma è una paternità dolorosa, guadagnata solo nel vegliare sul figlio irrimediabilmente malato. Opera elaborata e matura, Giugno Picasso segna una tappa importante nella produzione di Lanzetta. Il narratore del sottoproletariato napoletano vuole ora meditare sulla vita, costruire una lirica nuova. E ci regala un romanzo sull’innocenza perduta.