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Gli antenati. Che cosa ci raccontano i più antichi resti umani

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Titolo: <strong>Gli antenati. Che cosa ci raccontano i più antichi resti umani</strong></br></br>
Autore: <strong>Jill Rubalcaba,Peter Robertshaw</strong></br></br>
Editore: <strong>Zanichelli</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2011</strong></br></br>
EAN: <strong>9788808197825</strong></br></br>

<p>Un ragazzo di 1,6 milioni di anni fa, trovato in Kenya. Un bambino di 24 500 anni fa, scoperto in Portogallo. Un uomo di 9000 anni fa, ritrovato nello Stato di Washington. E infine Ötzi, la mummia di oltre 5000 anni fa emersa dal ghiacciaio del Similaun e conservata a Bolzano. La storia di questi quattro antenati getta luce su interrogativi importanti per comprendere la storia umana: i nostri progenitori erano persone come noi, oppure animali? Che tipo di intelligenza avevano? Com'era la loro vita sociale? Comunicavano tra loro con un linguaggio parlato? Una finestra sul lavoro affascinante e delicato degli archeologi e dei paleontologi, scienziati-detective che dai resti di un individuo del lontano passato riescono a risalire alla sua età, alle malattie che ha avuto, al contesto ambientale e sociale in cui è vissuto e alle circostanze della sua morte.</p>
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- I GIGANTI <strong>ANTICHI</strong> - - "c'erano I GIGANTI sulla terra" - "In quel tempo c’erano sulla terra i giganti (NEPHILIM), e <strong>ci</strong> furono anche in seguito <br/>ERA QUATERNARIA O NEOZOICA (da 1 milione ed 800 mila anni fa ad oggi) L'era Neozoica o Quaternaria deve il nome alla comparsa e diffusione dell'Uomo e deriva dal <br/>È naturale chiedersi <strong>che cosa</strong> accada dopo la morte. Abbiamo studiato a questo proposito, molti casi di bambini molto piccoli, che ovviamente non potevano aver letto <br/>Gli uomini <strong>più antichi</strong> del mondo Com'erano fatti i nostri lontani progenitori, quelli che abitavano la Terra milioni di anni fa? Come vivevano, <strong>cosa</strong> mangiavano, <strong>cosa</strong> <br/>[200]alcuni difettuzzi in un viso, piacciono assai, e paiono grazie a molti. Chi s’innamora di un naso rincagnato (come quel Sultano di Marmontel), chi di un occhio <br/>La MORTE secondo le varie Religioni <strong>Cosa</strong> succede dopo la morte ? <strong>cosa</strong> dicono le religioni, e <strong>cosa</strong> le varie religioni <br/>"Tu non sei pazzo, o siamo pazzi entrambi, e in tal caso comunque.. saremmo in ottima compagnia. Invece di preoccuparvi di quello che la gente pensa di voi <br/>[1400] Così <strong>ci</strong> accade nel leggere gli scritti assai forestieri per noi, come degli orientali, di Ossian, ec. o de’ loro imitatori nostrali.<br/>Per questo studio <strong>ci</strong> è di aiuto il bellissimo documento, che si chiama Dei Verbum che è una delle costituzioni dogmatiche del Concilio Vaticano II.
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Zanichelli non produce solo enciclopedie, manuali, vocabolari o dizionari, ma anche saggi di notevole interesse. Uno di questi è « Gli Antenati. Che cosa ci raccontano i più antichi resti umani» curato da Jill Rubalcaba e Peter Robertshaw. In 208 pagine (al prezzo di poco più di dieci euro) si rianalizzano le più importanti scoperte di resti umani rinvenute nella nostra storia, in particolare quelle di un ragazzo di 1,6 milioni di anni fa, trovato in Kenya, di un bambino di 24 500 anni fa, scoperto in Portogallo, di un uomo di 9000 anni fa, ritrovato nello Stato di Washington e di Ötzi, la mummia di oltre 5000 anni fa emersa dal ghiacciaio del Similaun e conservata a Bolzano. La storia di questi quattro antenati getta luce, infatti, su interrogativi importanti per comprendere la storia umana: i nostri progenitori erano persone come noi, oppure animali? Che tipo di intelligenza avevano? Com’era la loro vita sociale? Comunicavano tra loro con un linguaggio parlato? Ad ognuna di queste scoperte è dedicato un intero capitolo in cui vengono descritte le circostanze del ritrovamento, le successivi deduzioni e il dibattito che ne è scaturito. Il libro è, allo stesso tempo, una finestra sul lavoro affascinante e delicato degli archeologi e dei paleontologi, veri e propri «scienziati-detective» che dai resti di un individuo del lontano passato riescono a risalire alla sua età, alle malattie che ha avuto, al contesto ambientale e sociale in cui è vissuto e alle circostanze della sua morte.