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Buon giallo storico che ha dato il via alla serie ambientata alla corte di Enrico VIII con due protagonisti molto accattivanti. La trama è ben articolata con personaggi di contorno che forse meritavano una più approfondita introspezione psicologica. Il doppio finale è alquanto intrigante e dopo aver finito il libro almeno tre domande rimangono in testa: che fine ha fatto Benjamin? Come ha fatto Roger a diventare così ricco e potente? Chi è veramente il dottor Agrippa? Penso che dovremo aspettare l’ultimo libro di questa lunga serie per scoprirlo (sempre che la Piemme si decida a pubblicarli in ordine cronologico).
Non l’ho ancora terminato, sono arrivato al capitolo decimo(12 in tutto), ma quanto ho letto finora basta per avermi un’idea di questo libro. All’inizio è quasi intrigante, suscita interesse, tuttavia, man mano che si va avanti, diventa lento e stopposo. La trama è ben articolata ma è resa noiosa dalla lentezza degli eventi. I commenti sarcastici, e talvolta anche volgarotti, del narratore(prima persona) danno un tocco d’ironia a questo thriller storico e sanno donare un sorriso(a denti stretti però). Per quanto riguarda la tensione, che questo genere dovrebbe suscitare nel lettore, è inesistente, fin troppo diluita con la noia, gli eccessivi commenti sciocchi di Shallot, che come protagonista si rivela talvolta di una pateticità a livelli comici. Non che questo libro mi abbia deluso, è che francamente me l’aspettavo diverso, ecco tutto. Lo finirò, e spero in un finale decente.