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Il libro è da leggere sicuramente solo dopo la lettura di «A cercar la bella morte». Alcuni capitoli ristabiliscono quella giusta luce di vertità ad una storiografia misconosciuta od occultata.
Si, il problema fu il partito comunista, come partito della guerra civile, che si situa all’origine e alla fine dell’orribile Novecento politico: prima come causa scatenante dell’antibolscevismo fascista poi della Resistenza come attentato terroristico urbano al «fascista» e al miliziano saloino.
Sicuramente uno di quei libri che la cultura resistenziale vorrebbe censurare a causa delle tantissime testimonianze che non fanno certo onore al «mito» partigiano.Uno di quei pochi libri che non appartengono alla troppo facile e scontata vulgata culturale antifascista.Un documento-testimonianza consigliato a tutti,soprattutto a coloro che non hanno,o voluto,leggere un libro scritto dai vinti dell’ultima guerra.
Finalmente un’opera destinata al grande pubblico,scritta da un saggista molto competente,un libro dalla parte dei «vinti» che rievoca in maniera tragica e documentata i sacrifici,le gesta e gli eroismi delle migliaia di adolescenti che accorsero volontariamente alla Repubblica di Salo’.Mazzantini ripercorre parecchi episodi e spiega le ragioni di una scelta che porto’ migliaia di giovani a schierarsi dalla parte «fascista».Consigliatissimo a tutti coloro che hanno un briciolo di interesse per la storia del novecento.Da leggere assolutamente!