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Nell’ateneo messinese, solo nel mio corso di laurea, il coordinatore, molto stranamente, era figlia dell’ex preside. Un ricercatore era figlio dell’ex prorettore di un altro corso che, a detta di molti quotidiani, tuttora disponili in rete, avrebbe vinto da «solista» un concorso dove gli altri partecipanti erano delle comparse che non possedevano neppure i requisiti per essere ammessi. Due professori, marito e moglie, addirittura fanno esami assieme, proponendo i loro libri,scritti a quattro mani, che gli gli studenti sono «costretti» a comprare, due cognate, di cui una si è «astutamente» cambiata il cognome, suppongo per non dare nell’occhio con un caso di omonimia conclamato, e Dio solo sa quanti altri intrallazzi di cui io non sono direttamente a conoscenza. La cosa triste è l’atteggiamento di superiorità che molti di loro hanno nei confronti degli studenti, come se tutta la cultura del mondo fosse contenuta nelle loro menti limitate, capaci, in realtà, solo di partorire libri la cui utilità è direttamente proporzionale a quella di un coriandolo, quando è finita la carta igienica, doppioni copiati male, di testi eccelsi che smerciano, attraverso i loro programmi, in uno scambio incrociato di favori, con altri libri, altrettanto inutili, di altri loro colleghi che, altrimenti non comprerebbe nessuno. Sono da sempre il cancro dell’università italiana che mortifica il significato dell’istruzione, riducendolo ad una farsa clamorosa. Altro che predisposizione genetica e forma mentis necessaria per vincere i concorsi. Sono dei decerebrati ipocriti e pomposi, inseriti in un circuito clientelare blindato di stampo mafio-massonico.
Anche a me è piaciuto molto, perché ha saputo conciliare un report con romanzo di cui volevo andare a vedere la fine… bello. Impietoso nell’analisi del mondo accademico in Italia ma sono certo, e un commentatore lo conferma, che anche in altri paesi succedano cosa analoghe. In Italia per il bene proprio e immediato si trascura il bene della collettività futuro, in tutti gli ambiti. Questo è forse il difetto maggiore di noi italiani.
Il libro è bellissimo e racconta un percorso umano in cui tutti coloro che hanno vissuto con passione il proprio percorso universitario e speravano in un dopo inevitabilmente ci si rispecchiano. Questo libro mi ha fatto tanto, tanto male perché mi ci sono riconosciuto. Vedo dai commenti che non sono l’unica vittima della Sapienza in particolare tra l’altro.
Il libro è bellissimo. Con buona pace dell’esimio professore accompagnatore di vecchiette Fai la realtà dell’università italiania è legata purtroppo alle parentopoli, alle consorterie massoniche e partitiche… soprattutto alla Sapienza