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Ho sentito da molti dire che questo è il migliore della «serie» Wallander. A me non è piaciuto, inverosimile, assurdo, noioso. L’unico personaggio che ho trovato interessante, ma dura poco, è il poliziotto dell’est, con le sue sigarette e il suo stile scialbo. E poi Wallander che si innamora di sua moglie, ma per favore.
Letto alcuni anni fa primo libro di Mankel. A me è piaciuto tantissimo e da li sono partita con gli altri.
E’ la seconda storia che leggo del commissario Wallander e non mi ha deluso. Ero rimasta piacevolmente colpita dallo stile di Henning con «assassino senza volto» e che ho ritrovato qui. La semplicità del personaggio, un pò sfigato per certi versi, lo fa sembrare molto umano… Stasera comincio con la prossima indagine e spero che questa volta si innamori per davvero!
Confusionario, inverosimile, a tratti noioso, molto demode’…pero’ alla fine l’ho trovato cmq ben scritto e Wallander, improbabile 43enne (sembra molto piu’ vecchio), commissario pasticcione, sovrappeso, intuitivo ma goffo risulta simpatico e ti porta dalla sua parte quasi senza accorgertene… Dello stesso autore avevo letto «Assassino senza volto» (sempre con Wallander protagonista) e «Il ritorno del maestro di danza». Pur non considerandoli dei capolavori bisogna ammettere che Mankell puo’ a pieno titolo essere considerato se non proprio un padre almeno uno zio della nuova narrativa noir scandinava.