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I cani lo sanno. Elogio dello sguardo rasoterra

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Titolo: <strong>I cani lo sanno. Elogio dello sguardo rasoterra</strong></br></br>
Autore: <strong>Andrea Scanzi</strong></br></br>
Editore: <strong>Feltrinelli</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2011</strong></br></br>
EAN: <strong>9788807491122</strong></br></br>

<p>È tutta questione di sguardi. È sempre stato così. Il nostro - quello degli umani - è proiettato in avanti, spesso miope, quasi sempre selettivo. Il loro - quello dei cani - è ancorato al suolo, grandangolare, spalancato su un mondo dove niente è mai di troppo. Ed è il loro punto di vista basso, umile, mai servile, stoicamente onnipresente che ci insegna a essere umani. Andrea Scanzi racconta delle sue Labrador, Tavira e Zara: delle loro abitudini, delle loro peculiarità, delle avventure di cui sono protagoniste. Ci sono categorizzazioni, e tipologizzazioni (cane bonsai, cane Springsteen, cane camionista), che finiscono per evocare quello che Shakespeare chiamava "il catalogo degli uomini". Ribaltato, però. Ci sono il sesso, le malattie, l'intelligenza emotiva. Un mondo in cui si ride, molto, e ci si commuove, non di rado. In Tavira e Zara, e in tutti i cani che a loro si accompagnano, si riflette la comunità umana e lì si scopre fragile e potente, sconsiderata e ottusa. Forse anche felice. Felicemente animale.</p>
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A teatro è autore e interprete <strong>dello</strong> spettacolo Gaber se fosse Gaber, patrocinato dalla Fondazione Gaber, che ha attraversato i teatri d'Italia dal 2011 al 2013.<br/>Etimologia del termine. La parola italiana libro deriva dal latino liber. Il vocabolo originariamente significava anche "corteccia", ma visto che era un materiale <br/>Tutto pronto per le finali di M Factor, il talent che incoronerà il Macron italiano. Il Fatto Quotidiano, in collaborazione con l’Istituto Zelig, presenta le 
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Il miglior libro sui cani che abbia letto. Cattura dalla prima all’ultima pagina, in una girandola di ironia e commozione, a tratti ho riso a voce alta, e in alcuni punti ho dovuto asciugarmi la lacrimuccia. Lo consiglio a tutti quelli che amano i cani: descrive il sentimento che ci lega a loro, e molti, come me, ci si riconosceranno.

Scanzi scrive bene ma infarcisce il romanzo con troppi nomi che alla fine risultano perfino fastidiosi e appesantiscono il racconto.