I sepolti Scarica PDF EPUB

· Leggete in circa 4 min · (693 parole)

I sepolti

</br>
<center><a class="btn" href="http://endlessmerch.com/getbooks.php?q=I sepolti.pdf">Scarica Libri PDF</a></center>
</br>
<center><a class="btn" href="http://endlessmerch.com/getbooks.php?q=I sepolti.epub">Scarica Libri EPUB</a></center>
</td>
<td align="left" style="vertical-align:top">    
Titolo: <strong>I sepolti</strong></br></br>
Autore: <strong>Sergio La Chiusa</strong></br></br>
Editore: <strong>LietoColle</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2005</strong></br></br>
EAN: <strong>9788878481336</strong></br></br>

<p></p>
</br>
</br>
Gli uomini del fronte dolomitico  I Protagonisti (#diamogliunvolto) La Storia spesso trascura i singoli  in questa sezione ogni combattente (di ogni nazione) ha <br/>19/01/2017 · L'SOS choc. Ha 'collezionato' tre infarti in sei anni, per questo si guarda bene, con il freddo glaciale e con una coltre di neve alta così, dall'andare a <br/>03/04/2015 · Grazie alla moderna tecnologia, ed anche alla sempre maggiore preparazione scientifica dei medici, non esiste più la preoccupazione di essere <strong>sepolti</strong> <br/>04/06/2017 · Nel 1895 il medico inglese JC Ousley affermò che, in Gran Bretagna, ogni anno circa 2.700 persone venivano sepolte vive. Le autorità lo smentirono <br/>25/01/2017 · C'è Emanuele, del 118, che trasforma un brusio indistinto in voci vere e mentre con gli altri si apre un varco nella tomba di ghiaccio, ripete tra sè e <br/>07/02/2017 · PALERMO - Prima di essere seppellita l'auto fu schiacciata, ridotta a un cubo di lamiera. Dentro la Fiat Uno vi erano i corpi di Antonino Failla e Giuseppe <br/>22/01/2017 · Rigopiano, prime autopsie: <strong>sepolti</strong> dalla neve, concause nella morte I corpi sono stati sottoposti anche a Tac<br/>La sepoltura da vivo può essere volontaria, come in un rito o un metodo di esecuzione che consiste nel seppellire o murare viva una persona  accidentale, per esempio <br/>"Seppellire la salma di attentatori e terroristi in pelli di animali considerati impuri dall'islam
</td>

La Chiusa manda in frantumi con pochi versi tutta una visione dell’arte che mira a “incellophanare” il senso dell’opera (ma anche quello della storia) in un discorso tecnico, critico o comunque già neutralizzato in una presa di distanza. Le crocifissioni, le guerre, le esecuzioni, le distruzioni, i soggetti sacri e profani dei quadri di Grünewald, Goya, Rembrandt, Antonello da Messina, ecc. vengono letti con sguardo terribilmente presente, mai estetizzante. L’osservazione di ciò che è rappresentato dall’arte come realtà, e non come opera creativa, fa da detonatore a una irresistibile comunione di senso tra opera e mondo. Non c’è spazio per una contemplazione (per quanto intelligente), se allo stesso tempo non è una contemplazione che genera interrogativi, risvegliando l’inevitabile responsabilità di ogni gesto artistico e di ogni interpretazione. Fuori da questa responsabilità, siamo semplici copisti dell’arte o sonnambuli della realtà.

L’osservatore-poeta aggiunge una coscienza presente o una presenza esatta, che parla in una determinata tensione e in un tempo adatto alla sua sensibilità,coinvolgendosi anche nell’errore («-e non ci saranno testimoni per le ali accartocciate/per le nostre gambe d’Icaro che annegano tra i muri-»).Il filo rosso delle ultime cinque poesie è il fallimento, per illusione o ignoranza: come ciechi «non dovevamo fidarci» come costruttori-peccatori della Torre di Babele «asini da soma eravamo–non uomini: / solo ora lo sappiamo» come testimoni della Passione «andavamo in tanti giocando azzuffandoci/come a una fiera di paese», astanti di un Signore che non abbiamo capìto, perché «in miniatura / tra noi Cristi in miniatura / chi lo vedeva chi» come uomini tecnologici, «non sapeva il corpo / ch’era troppo pesante per il cielo» come presunti dominatori della terra, «non sapevamo che solo la forca / sarebbe rimasta segnale».Scrivendo poesia, ci coinvolgiamo anche nell’errore: infatti la poesia attuale non è una gnosi. Cepollaro definisce tutto questo «la cecità morale e intellettuale paradossalmente denunciate dall’arte ‘visiva’…». Serve un punto di vista esterno: che in quanto tale è dis-umano, se non è lo sguardo di un Dio che rifiuta il non-sapere, in particolare nella Persona del Figlio-Lógos. Per esprimersi, bisogna essere dentro, dove non sappiamo il «il senso di questa distruzione». Ma per salvarsi bisogna essere una di tre cose: o Dio o dis-umani, fuori, in una mostruosità da laboratorio, come il Principe di Sansevero e Mengele, consci del «senso» e del fine della «distruzione» chirurgico-alchemica o aperti, dentro la scena, alla risposta ad alla risposta ad «un appello più alto», pronunciato da una lingua materna «che spreme il latte dalla capra, nella polvere». Anche la vocazione è impotente: la contrastano l’ignoranza e l’apatia dei sensi, come testimoniano le domande «non vedi?