I sonnambuli. Come l'Europa arrivò alla Grande guerra Scarica PDF EPUB

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I sonnambuli. Come l'Europa arrivò alla Grande guerra

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Titolo: <strong>I sonnambuli. Come l'Europa arrivò alla Grande guerra</strong></br></br>
Autore: <strong>Christopher Clark</strong></br></br>
Editore: <strong>Laterza</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2013</strong></br></br>
EAN: <strong>9788858105023</strong></br></br>

<p>La mattina di domenica 28 giugno 1914, l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico, e sua moglie Sofia arrivarono in treno a Sarajevo e salirono a bordo di un'autovettura, imboccando il lungofiume Appel, per raggiungere il municipio. Non apparivano affatto preoccupati per la loro sicurezza. Venivano da tre giorni di soggiorno nella cittadina di vacanze di llidze, dove non avevano incontrato che facce amiche. Avevano perfino avuto il tempo per un'imprevista visita al bazar di Sarajevo, dove avevano potuto muoversi senza essere disturbati nelle viuzze affollate di gente. Non sapevano che Gavrilo Princip, il giovane serbo bosniaco che li avrebbe uccisi solo tre giorni dopo, era anch'egli nel bazar, intento a seguire i loro movimenti. Anche l'Europa si avviava inconsapevole al dramma. Non sapeva di essere fragile, frammentata, dilaniata da ideologie in lotta, dal terrorismo, dalle contese politiche. Così l'atto terroristico compiuto con sconcertante efficienza da Gavrilo Princip ai danni dell'arciduca ha un esito fatale: la liberazione della Bosnia dal dominio asburgico e l'affermazione di un nuovo e potente Stato serbo, ma anche il crollo di quattro grandi imperi, la morte di milioni di persone e la fine di un'intera civiltà.</p>
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28/07/2014 · In campo letterario, non esiste tema che abbia generato più opere della <strong>guerra</strong>: essa è da sempre una delle grandi matrici del discorso narrativo. Sulle <br/>La <strong>Grande Guerra</strong> . La prima <strong>guerra</strong> mondiale è conosciuta anche con il termine di “<strong>Grande Guerra</strong>” perché così apparve alle popolazioni che vi si trovavano <br/>Etimologia del termine. La parola italiana libro deriva dal latino liber. Il vocabolo originariamente significava anche "corteccia", ma visto che era un materiale <br/>Il tempo e la storia consiste in quattro serie, ciascuna avente tra le 150 e le 160 puntate. Tutte le puntate, divise per stagione o storico ospitato, nonché gli <br/>14/12/2016 · Sapevo che la battaglia finale ad Aleppo si sarebbe scatenata nel giro di pochi giorni. Ero stato a Damasco poche settimane fa e già si parlava di questa <br/>L'Italia è sempre stata considerata, piazzata in mezzo al Mediterraneo, la portaerei d'Europa, un posto di accoglienza per chiunque entrasse. Gli abitanti sono 
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Titolo azzeccatissimo per un libro che ci aiuta a capire che la «colpa» non fu solo dei cattivi tedeschi col chiodo sull’elmo, ma il coacervo di fatti, episodi, idee, aspirazioni, velleità, illusioni e idiozie che da sempre caratterizzano la storia dello scimmione stupido, glabro e bipede che si autodefinisce «sapiens

Un libro eccezionale. Il migliore per chi vuole capire le cause dello scoppio della I guerra mondiale.

Una lunga , circostanziata disamina dei fattori di crisi che portarono all’improvvisa esplosione della Grande Guerra. Così può essere definito questo grande libro di Clark. Egli ci conduce alla ricerca di quegli elementi tali da poter innescare un conflitto generalizzato. Potere però, non è necessariamente dovere e Clark insiste su questo aspetto, contro ogni visione deterministica della storia: nulla era necessariamente scritto. Quali questi fattori? La polarizzazione delle alleanze: rispetto alla situazione fluida della fine degli anni ‘80, quella del 1907 si è catafratta in due blocchi contrapposti di potenze (cartine pp 132-133): Austria e Germania da un parte e Francia, Russia e Gran Bretagna fra loro legate, con l’Italia già vista come un elemento inaffidabile per il primo l’aggressività del nazionalismo serbo nei Balcani, unita all’anarchica instabilità interna dei Paese: per la prima volta uno storico pone quest’area al centro della narrazione, facendone uno dei detonatori più potenti e favorendo la comprensione dei conflitti degli anni 90 del 900 la parallela e progressiva pretesa russa di diventare l’ago della bilancia nei Balcani in un senso apertamente anti asburgico, come una rivincita dopo l’annessione della Bosnia Erzegovina l’Austria vista come un Impero senza qualità (cap 2), ovvero paralizzata da un’architettura istituzionale troppo complessa e da divisioni profonde fra le varie nazionalità, anche se non declinante economicamente l’incertezza su chi comandi davvero nei vari paesi: Clark se lo chiede più volte nel 4° cap: monarchie, governi e burocrazie si scavalcano fra loro a seconda dei momenti infine,forse determinante nella crisi di luglio, una sovrastima della potenza russa, tale da costituire un alibi per il militarismo tedesco e un’ancora di salvezza per la Francia revanchista di Poincaré. Tutti elementi che convergono catastroficamente il quel tragico luglio 1914 e che Clark illustra con dovizia in un libro magistrale e unico

Premesso che la letteratura storica intorno alla prima guerra mondiale e’ di oltre 25.000 volumi, questo saggio e’ decisamente molto esaustivo (tutt’altro che parziale, come qualcuno ha commentato) e anzi talmente dettagliato nell’esame di tutte le sfaccettature della geopolitica del periodo 1880-1914 da rischiare di mandare in confusione i lettori meno esperti della materia. Personalmente preferisco questo apprccio a quello «a tesi

Testo storicamente rigoroso e sicuramente ineccepibile. I fatti alla vigilia di Sarajevo sono descritti in tutti i particolari, le conseguenze ampiamente spiegate. Un simile trattamento spetta anche ai personaggi che, con diverse responsabilità, hanno avuto un ruolo nel far scivolare il mondo verso la Prima Guerra Mondiale: intenzioni, ambizioni, ritratti psicologici… tutto viene puntigliosamente analizzato. Il problema è che - con tutta questa mole di informazioni - alla fine si rischia di «perdere la bussola». Sì, direi che questo è il difetto di questo libro: a mio giudizio, manca una sorta di filo di Arianna che aiuti a non perdersi.