|
Mi aveva molto intrigato la trama del libro: un tema scottante e scomodo, come la depressione, trattato un modo particolare. La prima parte è scorrevole, ma poi non sono riuscita a finirlo. La storia è troppo lenta, eccessivamente statica. Il clima è grigio. Onestamente non ci ho visto molto umorismo ( a parte la trovata del cane nero, come metafora della depressione).
Il tema è scottante:la depressione psichica!Wiston Churchill alla fine del suo mandato,sua figlia Diana..e il cane nero!Il cane nero si appoggia al torace invade,consuma,opprime,svuota con la sua presenza crudele,l’ironia dissacrante dei suoi commenti che sviliscono come una seconda coscienza malevola!La dipendenza che produce è quasi un amore totale che solo l’amore vero,la pazienza di Clementina moglie di Churchill,e la volontà di quest’ultimo ,il raccogliersi in «forze » potrà liberarlo dal cane nero…Quasi una metafora , un manuale anglosassone di sopravvivenza
Sono d’accordo con Daniela sul fatto che non è un capolavoro come libro. Per di più a me, pur essendo scritto in maniera semplice, è risultato molto difficile iniziarlo e finirlo per la sua lentezza. Ha trattato un argomento che secondo me nella società di oggi sta dilagando viste le problematiche che dobbiamo affrontare quotidianamente. Credo tutti ci siamo sentiti affiancare almeno una volta dal cane nero in questione….tutto sta nell’avere la forza di reagire e allontanarlo da noi. Devo dire la verità, l’idea era buonissima ma la scrittrice avrebbe potuto svilupparlo molto meglio questo libro. Speriamo in un miglioramento per i prossimi libri.
è incredibile come con questo libro la Hunt sia riuscita a raccontare di un problema tanto comune come la depressione con una tale originalità. Bella scrittura, a tratti surreale, riesce a divertire, angosciare e far sorridere. Consigliatissimo e complimenti alla Hunt per questo grande esordio.