Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La rimozione delle colpe della seconda guerra mondiale Scarica PDF EPUB

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Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La rimozione delle colpe della seconda guerra mondiale

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Titolo: <strong>Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La rimozione delle colpe della seconda guerra mondiale</strong></br></br>
Autore: <strong>Filippo Focardi</strong></br></br>
Editore: <strong>Laterza</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2013</strong></br></br>
EAN: <strong>9788858104309</strong></br></br>

<p>Cattivo tedesco. Barbaro, sanguinario, imbevuto di ideologia razzista e pronto a eseguire gli ordini con brutalità. Al contrario, bravo italiano. Pacifico, empatico, contrario alla guerra, cordiale e generoso anche quando vestiva i panni dell'occupante. Sono i due stereotipi che hanno segnato la memoria pubblica nazionale e consentito il formarsi di una zona d'ombra: non fare i conti con gli aspetti aggressivi e criminali della guerra combattuta dall'Italia monarchico-fascista a fianco del Terzo Reich. A distinguere fra Italia e Germania era stata innanzitutto la propaganda degli Alleati: la responsabilità della guerra non gravava sul popolo italiano ma su Mussolini e sul regime, che avevano messo il destino del paese nelle mani del sanguinario camerata germanico. Gli italiani non avevano colpe e il vero nemico della nazione era il Tedesco. Gli argomenti furono ripresi e rilanciati dopo l'8 settembre dal re e da Badoglio e da tutte le forze dell'antifascismo, prima impegnati a mobilitare la nazione contro l'oppressore tedesco e il traditore fascista, poi a rivendicare per il paese sconfitto una pace non punitiva. La giusta esaltazione dei meriti guadagnati nella guerra di Liberazione ha finito così per oscurare le responsabilità italiane ed è prevalsa un'immagine autoassolutoria che ha addossato sui tedeschi il peso esclusivo dei crimini dell'Asse, non senza l'interessato beneplacito e l'impegno attivo di uomini e istituzioni che avevano sostenuto la tragica avventura del fascismo.</p>
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« La favola del buon <strong>italiano</strong> deve cessare [] per ogni camerata caduto paghino con la vita 10 ribelli. Non fidatevi di chi vi circonda. Ricordatevi che il nemico <br/>M. Beer, A. Foa, I. Iannuzzi (a cura di), Leggi del 1938 e cultura del razzismo. Storia, memoria, <strong>rimozione</strong>, Viella, Roma 2010. D. Bidussa, Il mito del <strong>bravo italiano</strong> <br/>Etimologia del termine. La parola italiana libro deriva dal latino liber. Il vocabolo originariamente significava anche "corteccia", ma visto che era un materiale <br/>Sarà pur vero che la <strong>guerra</strong> ha distrutto l’italia con numerose vittime a causa dell negligente politica di mussolini di allearsi con Hitler  ma non possiamo negare <br/>RECENSIONI E COMMENTI archivio cronologico . RIVELAZIONE / SETTE MEDITAZIONI INTORNO A GIORGIONE dramma.it - 28/02/2017. di Emanuela Ferrauto. Nebbia: così <br/>sono un cittadino <strong>italiano</strong> costretto a emigrare a ll estero, qui da londra vi ho seguito e le vostre idee coincidono in pieno con le mie. sarebbe supido non vedere <br/>27/04/2017 · La Francia sta riprendendosi quei paesi sui quali aveva il controllo dopo la <strong>seconda guerra mondiale</strong>. Trattasi unicamente di trattative interne ad alcune <br/>18/03/2017 · Siamo alla follia: 3:000 nuovi arrivi nel weekend, già raddoppiati gli arrivi sul 2016, e l’annuncio di un fantasioso piano per consegnare a un governo <br/>Stavolta e accaduto ad Opedaletti in Liguria. Lo scenario è quello di un evento che potrebbe essere classificato come “incidente”, ma quali sono invece i <br/>sommario. introduzione. e’ tutta questione di coscienza. i media ed i loro peccati: disinformazione, calunnia, diffamazione. per una lettura utile e consapevole 
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Studio assai interessante, anche e soprattutto per le riflessioni che Focardi presenta nel finale: l’Italia paese di scarsa o nulla memoria, di coscienza divisa, alleggerita, depotenziata o banalizzante. Focardi racconta la storia di un nascondimento, di un mito, e al contempo sottolinea la assoluta necessità di una vera memoria storica: fattore determinante per una vera convivenza civile, fuori dalle paludi che, specie negli ultimi vent’anni, hanno rimescolato tutto in una confusione interessata, che confida nel persistere dell’ignoranza, anzi nel suo rafforzarsi.

Non aggiungerei una parola alla recensione che mi ha preceduto. Il volume ricostruisce attraverso fonti molto diverse (memorialistica, volantini, giornali, cinema) la costruzione di una memoria pubblica della seconda guerra mondiale, volutamente distorta e che, nelle differenze dei diversi schieramenti, trova tuttavia fattori di comunanza, allo scopo ultimo di riscattare l’Italia, in particolare in previsione dei trattati di pace.

Veramente ottimo questo volume di Filippo Focardi, ben scritto, scorrevole, interessante dalla prima all’ultima pagina senza timore di noia, e sostenuto da un poderoso apparato bibliografico. Mi ha dato enormemente fastidio, il 27 gennaio 2013, la frase di Berlusconi sul fatto che Mussolini abbia fatto anche cose buone. Questo libro dimostra come un pensiero del genere sia purtroppo diffuso in Italia, e perchè lo sia, e perchè sia atrocemente sbagliato, fasullo, storicamente ingiustificabile, inaccettabile, e abbia permesso all’Italia di scaricare tutte le colpe della Seconda guerra mondiale sulla Germania. Già a guerra in corso si è venuto costruendo questo stereotipo, poi variamente declinato a seconda delle necessità politiche italiane del dopoguerra, e sempre più inculcato nella popolazione, con riviste, libri, saggi, diari, commemorazioni ufficiali, rivisitazioni della storia, manipolazioni, che continuano ancora oggi, come dimostrano le proteste formali dell’Italia contro un documentario della BBC sui crimini del fascismo in Etiopia e la scarsa pubblicizzazione di documentari, manuali e libri italiani che tolgono il velo a ciò che gran parte della storiografia ha volutamente ignorato. Ma anche all’estero le ricerche in questo campo sono sempre più avanzate, agli italiani tocca aggiornarsi e farsi un esame di coscienza - dopo 65 anni.