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questo libro descrive accuratemente un evento che dimostra come la storia viene fatta non solo dalle azioni consapevoli e calcolate degli uomini, ma che, come le nostre vite, è condizionata dall’incrociarsi di eventi disastrosi ed imponderabili: le condizioni del tempo, l’incapacità o la negligenza degli uomini, le forze della natura. Anche per gli eventi storici, come per le nostre vite, a volte le capacità eccezionali e la buona volonta di pochi, semplicemente, tragicamente, non sono sufficienti. Quello che è successo al comandante dell’Indianapolis assomiglia un po’ a ciò che è successo al nostro Capitano Calamai dell’Andrea Doria: l’uomo giusto nel momento e nel posto sbagliati. E’ giusto ricordare anche coloro che, lungi dall’essere premiati per il loro valore, sono stati beffati dal destino. La vita vera, fuori dal romanzo, può riservare anche questo.
Il libro ripercorre l’ultimo viaggio dell’Incrociatore USS Indianapolis, viaggio nel quale la nave verrà affondata da un sommergibile giapponese. Per una serie di negligenze e coincidenze sfortunate, nessuno si accorge della scorparsa della nave, pertanto i superstiti rimangono in acqua 5 giorni, e affrontano la loro battaglia contro l’acqua, il sole e gli squali che li attaccano. Il comandante, di certo la figura più importante nel libro, è colui che soffrirà maggiormente, serbando in seno i sensi di colpa per non essere riuscito ad impedire che ¾ dell’equipaggio perdesse la vita. Verrà denigrato e successivamente, in epoca molto recente, riabilitato. Un libro da non perdere, in questo si riconoscono il coraggio, la fedeltà, l’abnegazione di uomini che hanno consacrato la loro vita per il loro paese.