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Impegnativo, soprattutto in alcune parti, ma interessante. Da leggere e riprendere per colmare i vuoti e chiarire il compreso. Sollecita a rivedere i rapporti con i propri genitori, con i figli, nonché… col proprio partner. Una visione positiva, propositiva e creativa della relazione allargata padre-figlio e viceversa. Interessanti anche i riferimenti ad altri autori e a film di un certo calibro per un confronto. Ci sono espressioni nuove che vanno approfondite: la Legge della parola, la Legge del desiderio, la Legge della castrazione, il trauma dell’inesistenza del rapporto sessuale, l’erede giusto… Il bello di questo libro è che pur essendo di non facile lettura non lo abbandoni, ma al contrario sei provocato ad ulteriore lettura.
Interessante sotto molti aspetti. Mi piacciono molto i dotti riferimenti dell’autore a romanzi e film, oltre ovviamente alla spiegazione delle teorie di Lacan. Una lettura utile e istruttiva.
Se è vero che questo nostro tempo cosi’ tormentato ha necessita’ di comprendersi fino in fondo per poter ripartire e recuperare un orizzonte di senso, per noi e per i nostri figli, questo libro, bellissimo, puo’ darci suggerimenti e spunti preziosi. Da rimarcare le quattro tipologie di «figlio» che l’autore fa e che, curiosamente, corrispondono ad epoche successive del nostro recente passato. Dal figlio-edipo (impegnato in una transizione assai conflittuale col padre) si e’ passati al figlio anti-edipo (autorealizzato, decisamente e autarchicamente separato rispetto alla figura paterna). Quindi al figlio-narciso, ripiegato sterilmente in un autocompiacimento che finisce per coinvolgere genitori latitanti («evaporati») rispetto al loro ruolo naturale. Infine il figlio-Telemaco (modello oggi piu’ che mai auspicabile) che recupera i valori dell’attesa (non nostalgico-invocativa ma attiva e propositiva), della veglia e, perche’ no, della preghiera, e si dispone a costituirsi «giusto erede». Si tratta di un concetto di eredita’, da genitore a figlio, da una generazione all’altra, che non e’ trasmissione di una rendita o di valori di tradizione ma, paradossalmente, di acquisizione di un «debito» . Cioe’ assunzione piena e coraggiosa di tutta la nostra storia, che partendo da quanto ci viene consegnato (qui il concetto di «paternità’» supera non solo quello di genitorialita’ ma ingloba ogni vissuto di esperienza generativa ) ci impegni nell’obiettivo del «desiderio» del «non ancora fatto» «non ancora visto». Questo desiderio che rende vitali non e’ mera soddisfazione dei bisogni ma passione vera e feconda per le mille espressioni di una piu’ completa umanizzazione (o riumanizzazione).
Il libro, per me, ha almeno tre pregi: il primo è che mi ha fatto riflettere, a posteriori, sul mio ruolo di padre ed anche sull’eredità che mi hanno lasciato i miei genitori, il secondo è che il libro è chiaro e là dove i concetti sono più difficili l’autore li chiarisce con esempi, il terzo è che ha reso accessibile una parte del pensiero di Lacan che io ritenevo inaccessibile. E’ un buon libro.