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Questo libro mi è stato prestato dal caro Stefano M.. Non amo solitamente leggere libri di altri, così questa deve essere considerata una eccezione, proprio per simpatia nei confronti di Stefano. Non mi sono comunque pentito della scelta in quanto è un libro gradevole. Più che un libro è comunque un diario che avrebbe bisogno, per essere valorizzato meglio, di essere letto a voce alta dal suo autore, il quale, meglio di chiunque altri può dare una interpretazione vocale al contenuto. La lettura non risulta comunque sterile anche così. La trama è complementare all’inarrivabile capolavoro di Bram Stoker e ne spiega alcuni passaggi. Lo stile è semplice peccando un poco nel non riuscire a coinvolgere il lettore nei personaggi. Scontata la trama ma intelligenti le situazioni che si vengono a delineare.
A essere sincera, ho letto libri migliori sull’argomento.. tuttavia, m’è piaciuta molto la narrazione che coinvolge moltissimo, la descrizione degli ‘incontri ravvicinati’ con i vampiri e la loro influenza sul protagonista.
Libriccino discreto tanto nella grafica di copertina quanto nel contenuto. Vi si ripercorrono alcuni eventi salienti vissuti da Abraham Van Helsing prima e dopo quelli narrati in “Dracula”. Contrariamente a quanto accade nel celeberrimo romanzo di Bram Stoker, la piaga del vampirismo risulterebbe essere tutt’altro che debellata. Vlad Tepes, infatti, sarebbe stato sedotto, infettato e ridotto in potere dall’ultima di una serie di ambasciatori inviatigli dai Turchi, la vampira Lilith/ Malia, la quale perseguita anche il dottor Van Helsing e chiunque lo aiuti nei suoi tentativi di sconfiggere le schiere dei non-morti. Le origini del vampirismo risalirebbero ai tempi delle crociate (i Turchi li avrebbero utilizzati nei loro eserciti per combattere contro i Cristiani) e andrebbero collocate nel Medio Oriente. Per trasformarsi in vampiro sarebbero sufficienti lacerazioni, graffi o morsi ed un rimedio efficace contro di essi sarebbe costituito dai semi di papavero (ossessionati dal contare, finirebbero col cessare tutt’altra attività). La finzione letteraria del ritrovamento del diario ed il finale aperto (non ci è dato sapere che fine abbiano fatto né Van Helsing né il dottore cui il manoscritto era stato affidato) lasciano ne lettore un senso di straniamento ed instillano il dubbio se l’odierna diffusione della cultura vampirica non debba essere ricollegata a qualcosa di ben più “sotterraneo” ed oscuro.