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Mah…mi attirava perchè l’idea, niente affatto originale, riproponeva una vecchia teoria ma ambientata negli anni ‘90. In più l’Australia, guerriglia difensiva, tecniche di resistenza, ecc…L’idea tanto per capirsi è quella del gruppo POLVERE alias WOLVERINE di ALBA ROSSA, tra gli anni’70 e ‘80, in piena guerra fredda. Niente a che vedere. L’ex preside non è granchè come scrittore…forse più bravo come narratore, ma nulla di stratosferico. Mah…
Cosa farai quando la guerra inizia? Molti non saprebbero rispondere a questa domanda, ma i protagonisti de «Il domani che verrà» saranno costretti a trovare una soluzione a quello che con furia si è scagliato contro di loro. Un conflitto, la propria patria invasa da un esercito che non si conosce e l’unica via di sopravvivenza è quella della guerriglia. Allora i giochi finiscono, si cresce, si matura e si combatte. Primo capitolo di una serie che vede ben sette romanzi e pronto ad uscire nelle sale cinematografiche, «Il domani che verrà» è uno young adult fuori dagli schemi che non mancherà di appassionare anche i più grandi.
Il domani che verrà è una storia di amicizia e di coraggio. Un libro in cui sprofondare e lasciarsi catturare per immergersi nella storia di otto amici che si ritrovano soli ad affrontare una guerra. L’azione si svolge negli anni novanta, periodo che io ho adorato per questo non ci sono telefoni cellulari e internet. La vicenda viene raccontata da Ellie, con il pretesto che durante questa avventura uno di loro abbia proposto di scrivere ciò che è accaduto per poter essere ricordati un domani, perché si sappia ciò che hanno fatto in questa guerra. L’idea con cui motiva il racconto è ottima, ma purtroppo a mio parere è stata sfruttata nella maniera sbagliata. All’inizio della lettura, pur trovando interessante il pretesto ho sentito una stonatura nel modo in cui è stata presentata. Mi è sembrato che tentasse di rendere gli orrori della guerra nella maniera meno drammatica che potesse. Come se volesse insegnare i valori della vita in una situazione drammatica, ma senza sfociare nel dramma, in cui i valori perdono il controllo. La sensazione che ne è derivata è di vivere più un’avventura che una guerra vera e propria. Un’avventura pericolosa in cui c’è in gioco le loro vite e quelle delle loro famiglie, ma non ho sentito la vera guerra come di solito la immagini e la leggi nei libri di storia. Una guerra a metà, un pericolo a metà, lasciandomi coinvolta a metà. Le potenzialità c’erano tutte, ma dovevano essere sfruttate al meglio. Il libro è comunque meritevole di essere letto anche se soddisfa a metà, credo che possa essere apprezzato maggiormente da ragazzi giovani al primo libro sulla guerra.
Il domani che verrà di John Marsden è il primo libro della Tomorrow Series, saga costituita da 7 libri pubblicata per la prima volta in lingua originale negli anni ‘90. Libro dalle atmosfere atipiche, mi ha stregato, lasciandomi in fremente attesa del prossimo volume. I protagonisti della storia sono 7 ragazzi che, in una mattinata d’estate, decidono di recarsi in campeggio all’Inferno, un luogo incontaminato vicino alla loro città che fa da sfondo a una tragica leggenda. La radura si rivela un posto meraviglioso e i ragazzi la abbandonano un po’ a malincuore dopo alcuni giorni di relax assoluto. Ma quando tornano in città, nulla è più come era prima. Tutti gli abitanti paiono essere spariti, gli animali domestici sono morti e squadre di aerei pattugliano il cielo. Cos’è successo? Me lo chiedo anch’io. O meglio, la mia domanda in realtà è «Chi è stato?»: questo primo libro della Tomorrow Series ci lascia infatti con un enorme punto interrogativo che mi auguro otterrà risposta prima del settimo libro? chi sono gli invasori? Ho evitato di leggere commenti stranieri online per non incappare in enormi spoiler, e quindi per ora brancolo nel buio, non sapendo proprio cosa pensare. E se da una parte questa cosa mi fa un po’ innervosire, dall’altra mi mette una gran voglia di mettere le mani sui volumi successivi. Quindi Fazi Editore sotto con il prossimo libro della serie!xD Tornando seri, ho trovato questo libro coinvolgente, originale e ben scritto. Lo stile è semplice e scorrevole e si ha una buona alternanza di azione e riflessione. I personaggi sono ben descritti e caratterizzati e si entra subito in empatia con questi poveri ragazzi.Coinvolgenti le scene di «guerriglia