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Lettura piacevole, resa intrigante da quell’alito di vizio e perversione, voglia di rivalsa e vendetta per una vita spesa nell’attesa di emozioni vere e intense. Dove l’umano bigotto disegno di imbrigliare lo spirito di una donna, le sue sensazioni e desideri in nome di castità, purezza e innocenza cede inesorabilmente il passo al turbinio di passione e spregiudicatezza che travolge tutto e tutti. Il libro l’ho letto qualche mese fa, e ciò che più mi ha colpito è come chi ha sete (di vita e passione) beva poi a grandi sorsate, con ingordigia e sofferenza propria e degli altri, pazzo dei desideri mai realizzati e dei sapori mai provati.
28 Maggio 2006 - Venexia - E’ un romanzo curioso, che attrae e respinge il lettore. Scritto a più voci a volte si perde in dettagli così minuziosi che il lettore si smarrisce, quasi non ricorda più chi sta parlando. Poi un colpo di scena ci ricolloca al centro della storia. Peccato che ogni tanto scivoli nel «fumettone» perché complessivamente è un buon libro, ricco di spunti interessanti e di riflessioni sull’animo umano, che Joanne Harris dimostra di conoscere molto bene. Consiglio di leggerlo a «piccole dosi» come il laudano e il cloralio ai quali attingono invece senza parsimonia due dei tre protagonisti. E’ inutile voler leggere questo libro precipitosamente, perché si rischierebbe di non capirne il senso.
Niente da fare. Ho sperato di riscattare il libro dai bassi voti degli altri lettori ma… raggiunta la metà del testo ho dovuto prendere atto che la struttura stava scivolando verso un baratro. L’ho comprato non tanto per il nome dell’autrice quanto per una prima impressione (la copertina) e il fatto che fosse ambientato, almeno sulla carta, tra i così detti pittori preraffaeliti. L’autrice si lascia scappare le mani la possibilità di contestualizzare il suo lavoro in questa realtà che avrebbe meritato più attenzioni. Invece, il contesto, al di là dei personaggi è asciutto. Qualche descrizione, un’ambientazione storica più completa (il poco che sappiamo ce lo dice il traduttore!) avrebbero dato lustro al libro. I personaggi stessi sono al tempo stesso aridi e incomprensibili, quasi schematci ma costruiti su uno schema che non si regge. Lo stesso accade al testo che più procede e più peggiora. E’ una delle prime opere della Harris ma… resta un’occasione bruciata. Peccato!
Mi dispiace, ma questo romanzo non mi è affatto piaciuto. Amo la Harris, ma ho veramente faticato a finirlo.. i personaggi son sempre i soliti in tutti i romanzi, fateci caso: la bella e misteriosa, il cattivo (la Harris sembra avercela in modo particolare con la Chiesa, accusata di ipocrisia e superstizione.. poi riempie i romanzi di delirii magici, tarocchi, zingari, streghe etc), e l’immancabile bello e dannato. Una ricetta (è proprio il caso di dirlo) che ha funzionato in Chocolat (sublime e meraviglioso), ma che ora stanca.. se questo libro non veniva ristampato era meglio..