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Non è un brutto romanzo, solo che si distacca parecchio da quello che si intende solitamente per romanzo storico. C’è l’accenno alla crociata, liquidata in trenta paginette, la solita lotta poveri, genuini e oppressi versus ricchi, brutti e cattivi. Leggermente assurda poi quasi tutta la vicenda, dove i classici elementi pro o contro l’eroe capitano sempre e perfettamente a fagiolo, come in ogni favola che si rispetti. E infatti mi sento proprio di definirla così, un’enorme favola per adulti, col medioevo che fa da scenografia dipinta, tutto stereotipato, abbellito, imbruttito a forza. E inoltre scusate un attimo, ma il re di Francia che permette a sua figlia di sposare un popolano? E che le lascia condurre una vita come locandiera?! Mmmmh… Seconda cosa: come ha già detto qualcuno ha il grande difetto di ritornare sempre sulle stesse parole: non c’è la minima varietà di vocabolario, i paragoni sono sempre gli stessi, le metafore, gli esempi, i modi di dire. Però non lo deriderei. Ho letto di peggio, davvero, questa se non altro è una bella storia, scorrevole, avvincente e persino divertente se la si prende per quello che è, vale a dire il frutto della fantasia di uno - anzi, di due scrittori che ci hanno aiutato a rompere la monotonia di qualche giornata sotto l’ombrellone. E, ancora un piccolo appunto, magari mi sono persa qualcosa? Sul retro di copertina si legge (cito): «è la storia di un eroe che è un po’ Braveheart e un po’ Sherlock Holmes». Essendo entrambi personaggi ai primi posti del mio olimpo personale, posso dire che Braveheart, un po’ tirato e mooolto semplificato, ci sta. Ma Sherlock Holmes??
…un libro trash…!!!! abbiamo formato addirittura un circolo di lettura per leggere sto libro,e ci ammazzavamo dalle risate per quanto è scritto male,i dialoghi sono banali e il medioevo e più stereotipato della collezione kingdom dei Lego… scene di sesso volgare inutili,i personaggi ragionano come individui moderni…nel 1096????? però grasse risate se siete appassionati di storia medievale leggetelo perché anche uno chef di alto livello ogni tanto mangia un panino al fast-food…
Lettura piacevole e non troppo impegnativa, racconto comunque ben costruito e che ha il pregio di mettere in evidenza una figura caratteristica, per quanto solitamente poco approfondita, del periodo medievale, il giullare appunto, che risulta molto meno banale e semplicemente goliardica di come si è portati a credere.
Mi ha attratto perchè mi piacciono i romanzi storici, meglio se ambientati nel medioevo. Carino, la trama potrebbe essere migliore, ma in generale passabile, adatto come lettura estiva non impegnativa.