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Un amore controverso ed eterno, nato nei banchi delle scuole medie tra Francesco, tredicenne detto Veleno, e la sua insegnante Donatella. L’autore è abile a fare un resoconto di quello che prova Veleno dai tempi delle medie fino all’età adulta, il tutto ambientato in Puglia, con riferimenti paesaggistici, linguistici e di usi e costumi locali molto belli. I due spasimanti vengono colti in «flagranza di reato» durante una pausa delle lezioni e sia che per Veleno,e soprattutto per Donatella, sono momenti molto duri, infatti x quest’ultima si spalancano addirittura le porte del carcere. Ma Francesco sa aspettare e ogni istante della sua vita, prima di reincontrare Donatella, è intriso di poesia e struggimento nei confronti della sua vecchia fiamma. Si alternano nelle pagine altri personaggi molto importanti in tutto il racconto, che non si possono tralasciare, come Nappi amico d’infanzia di Veleno, o Walter considerato il playboy del paese costretto sulla sedia a rotelle a causa di un incidente o Pippo l’assistente sociale sia di Veleno che di Walter. Concludo estrapolando un passaggio relativo ad un giorno in cui Francesco, detto veleno, sentiva forte il desiderio di esternare il suo legame x Donatella, e lo fa scrivendo sulla lavagna dell’aula delle scuole medie: ««Proibitemi di amarla e l’amerò per sempre Scrissi questa frase sulla lavagna pulita alla fine dell’ultima ora. Un gesto che non avevo meditato ed era arrivato da una zona incontrollabile di me. La lavagna è un buco nero, ho passato ore a guardarci dentro con l’attesa di esserne risucchiato. La mia vita è sempre stata l’osservazione di un abisso»» Bello
L’amore non ha età, un’infatuazione, così può sembrare, è vero amore, e a distanza d’anni e di conseguenze di certo non positive. Desiati descrive questa «irragionevolezza follia d’amore» come il fiore che arde sulla copertina: il miglior riassunto possibile, un fiore acerbo che s’innamora della professoressa.
E bravo Desiati! non conoscevo lo scrittore e mi sono cimentato con questo bel libro divorato in due giorni tutto merito dell’Associazione Caffè Corretto di Cave che ha inserito il libro tra i sette finalisti del premio letterario 2014 (IV ED:), del quale io sono uno dei giurati. Un personaggio reale e una storia fantastica che riporta il lettore ad un passato che ognuno di noi ripensa vicino all’esperienza vissuta. Le 190 pagine pensavo fossero il preludio del tipico romanzo senza capo ne coda ma sono felice di essere stato smentito. Spero che gli altri libri siano all’altezza di Marco Desiati.
Era il mese di giugno del 2011 quando, per conto del «Corriere della sera